Federico Barocci 1535-1612 L'incanto del colore Una lezione per due secoli
Author(s) | a cura di Alessandra Giannotti, Claudio Pizzorusso | ||
Editor | Silvana Editoriale | Place | Milano |
Year | 2009 | Pages | 432 |
Measure | 23x29 (cm) | Illustration | 270 ill. a colori n.t. - colours ills. |
Binding | bross. ill. colori con alette - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Language | Italiano - Italian Text | Weight | 2300 (gr) |
ISBN | 883661423X | EAN-13 | 9788836614233 |
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Siena, Santa Maria della Scala, 10 ottobre 2009 - 10 gennaio 2010.
A più di trent'anni dall'ultima mostra monografica dedicata a Federico Barocci (Bologna, 1975), una grande esposizione ripropone al pubblico la figura di uno dei più importanti esponenti del Manierismo italiano, la cui notorietà – in Italia, Spagna, Boemia, Baviera e nelle Fiandre – ebbe una risonanza toccata forse ai soli Raffaello e Michelangelo.
Uno dei solidi motivi del suo successo fu certamente legato all'efficace risposta che aveva saputo dare, in termini figurativi, ai nuovi dettami imposti dalla controriforma cattolica.
Ma l'ammirazione generata nel pubblico di allora è dovuta al suo stile personalissimo, che ancora incanta quello di oggi: le scene da lui dipinte, rese vivaci da una grande varietà di personaggi, pose, dettagli e colori, appaiono pervase da una singolare luminosità, che si riflette su volti morbidi e opalescenti, che richiamano l'etereo sfumato di leonardesca memoria. Questa particolare modalità di dipingere ha rappresentato un punto di riferimento imprescindibile per molti artisti del Seicento e un modello di ispirazione valido ancora nel Settecento. Proprio il confronto proposto in questa occasione fra un consistente nucleo di capolavori pittorici e grafici di Barocci – circa un terzo della sua produzione – e le opere di artisti del XVI, XVII e XVIII secolo che in vario modo hanno trovato nelle sue tele una fonte di ispirazione, testimonia l'importanza che la sua pittura ha assunto nella civiltà artistica italiana ed europea. Accanto più immediati seguaci marchigiani, umbri e fiorentini sono documentate nel catalogo personalità quali Ludovico e Annibale Carracci, Guido Reni, Rubens, il Cerano, Giuseppe Maria Crespi, fino a Mengs e Watteau, con puntuali riferimenti anche alla scultura, nella quale l’eredità baroccesca non è stata finora mai indagata. Il catalogo, punto di riferimento imprescindibile per una conoscenza approfondita e completa di Barocci, accoglie saggi di noti studiosi della materia ed è completato da apparati bibliografici. (T-CA)
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