Giacinto Cerone Una nota che non c'è
Author(s) | a cura di Ruggero Montrasio, Marco Tonelli | ||
Editor | Silvana Editoriale | Place | Milano |
Year | 2017 | Pages | 160 |
Measure | 17x24 (cm) | Illustration | 40 ill. a colori e b/n n.t. - colors and b/w ills |
Binding | cart. edit. ill. colori - Hardcover | Conservazione | Nuovo - New |
Language | Italiano/Inglese - Italian/English text | Weight | 1000 (gr) |
ISBN | 8836637043 | EAN-13 | 9788836637041 |
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Milano, Montrasio Arte, marzo / March - maggio / May 2017.
Giacinto Cerone. Una nota che non c’è è un progetto ideato da Montrasio Arte in collaborazione con l’Archivio Giacinto Cerone. Il volume indaga la produzione ceramica dell’artista prendendo in esame un decennio di lavoro. Le trenta sculture selezionate portano i segni di un’inquietudine profonda. Egli aggredisce la materia, con gesti rapidi e incisivi. Tagli, torsioni, lacerazioni diventano la sintesi formale della prorompente composizione plastica dello scultore.
Seppure Cerone abbia utilizzato in modo profondo e appassionato svariati materiali, la ceramica e il gesso forse trasmettono in modo più diretto e letterale l’impronta della sua fisicità e gestualità. Sottoponeva i blocchi geometrici vuoti di terra cruda, che gli venivano preparati dal 1993 alla sua morte presso la Bottega Gatti di Faenza, a torsioni, rotture, squarci, fino a batterli con un tubo se il suo corpo non riusciva a farli esplodere di rabbia e disperazione, estasi e vita.
Il modo di lavorare l’argilla avveniva attraverso rimozioni e ritorni, sepolture ed emersioni in cui eventi dell’oggi risvegliano e risignificano fatti di ieri. Nel suo caso possiamo parlare del trauma della scultura, proiettando e trasformando nei processi stessi creativi qualsiasi originaria contesa con la materia o qualsivoglia attività esistenziale.
Milano, Montrasio Arte, marzo / March - maggio / May 2017.
Giacinto Cerone. Una nota che non c’è is a project conceived by Montrasio Arte in collaboration with Archivio Giacinto Cerone. The book investigates the ceramic production of the artist, taking into consideration a decade of work. The thirty selected sculptures show signs of a deep restlessness. He assails the substance, with swift and accurate gestures. Cuts, torsions, slashes become formal synthesis of the sculptor unbridled plastic composition.
Although he has deeply and passionately employed various substances, ceramic and plaster perhaps disclose us his physicality and gestuality print. He submitted empty geometric unfired earth blocks, prepared for him since 1993 up to his death at the Atelier Gatti of Faience, to torsions, fractures, slashes, and beat them with a tube if his body wasn’t able to let them explode his rage and despair, rapture and life.
His way of manipulate clay happened through removals and returns, burials and surfacing where today’s events awake and give worth to yesterday facts. In his case we can talk of sculpture trauma, projecting and transforming in the barren processes of making any original dispute with substance or whatsoever existential activity. (T-CA)
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