Il Secolo dell’Impero Principi, artisti e borghesi tra 1815 e 1915
Author(s) | Gabriella Belli, Alessandra Tiddia | ||
Editor | Skira | Place | Milano |
Year | 2004 | Pages | 368 |
Measure | 24x29 (cm) | Illustration | 108 Ill. colori, 103 ill. b/n n.t. - colors and b/w ills |
Binding | bross. ill. a colori con alette - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Language | Italiano - Italian text | Weight | 1300 (gr) |
ISBN | 8884919134 | EAN-13 | 9788884919137 |
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(Arte Moderna Cataloghi).
Trento, Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Palazzo delle Albere, 25 giugno - 31 ottobre 2004.
La cosiddetta “cultura di confine” nell'Ottocento, espressione dell’incontro di due anime, quella nordica e quella mediterranea, protagonista della mostra allestita negli spazi di Palazzo delle Albere, sede del Mart a Trento; non una mostra temporanea, ma l’occasione per ricreare, in via permanente, un periodo storico e per raccontare la storia del collezionismo e della committenza borghese e aristocratica nel Trentino del XIX secolo.
Trento è stata una città artisticamente vivacissima nel XIX secolo, con una produzione molto significativa nell’ambito del romanticismo, grazie alla presenza del massimo pittore italiano del XIX secolo, Francesco Hayez, ma anche di interessanti epigoni di Canova come lo scultore Malfatti. Anche nell’area delle poetiche del vero, con Prati, Bezzi, Segantini, il ruolo di Trento è stato centrale, così come la sua partecipazione alle vicende più significative delle Secessioni internazionali, di Vienna e Monaco in particolare, ma anche di Venezia, dove Umberto Moggioli, Tullio Garbari, Teodoro Wolf Ferrari e altri trentini furono tra i primi innovatori dell’arte trentina dell’inizio del XX secolo.
Curato da Gabriella Belli in collaborazione con Alessandra Tiddia, il volume che accompagna l’esposizione propone una ricostituzione del clima culturale dell’Impero Austroungarico e in particolare di Trento, luogo di incontro di culture, attraverso capolavori dell’arte trentina del XIX secolo, come la famosa Venere che scherza con due colombe (capolavoro di Francesco Hayez dipinto su richiesta del conte trentino Girolamo Malfatti), ma anche il gruppo di dipinti di Umberto Moggioli e nuclei di opere d’arte tedesca provenienti da depositi di collezionisti privati tedeschi e altoatesini. Un’ampia selezione di opere che permette di indagare gli intrecci e le relazioni nate dall’incontro fra la cultura artistica del Nord Europa e quella classica del mondo latino, mostrando ora significative convergenze, ora le rispettive diversità.
Gli estremi cronologici vanno dal 1815 allo scoppio della prima guerra mondiale, in un percorso che dalla Venere di Hayez arriva fino all’olio del 1904 Susanna e i vecchioni del grande protagonista della Secessione monacense Franz von Stuck che, curiosamente, dopo quasi un secolo, ricorda proprio il modello iconografico del capolavoro di Hayez. (T-CA)
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