La Primavera del Rinascimento La scultura e le arti a Firenze 1400-1460
Author(s) | A cura di Beatrice Paolozzi Strozzi e Marc Bormand. | ||
Editor | Mandragora s.r.l. | Place | Firenze |
Year | 2013 | Pages | 552 |
Measure | 24x29 (cm) | Illustration | ill. a colori e b/n n.t. - colour and b/w ills |
Binding | cart. edit. ill. colori - harcover | Conservazione | Nuovo - New |
Language | Italiano - Italian text | Weight | 3600 (gr) |
ISBN | 8874611854 | EAN-13 | 9788874611850 |
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Firenze, Palazzo Strozzi, 23 Marzo - 18 Agosto 2013.
Le dieci sezioni tematiche propongono la genesi di quello che ancora oggi si definisce il “miracolo” del Rinascimento a Firenze, soprattutto attraverso capolavori di scultura: l’arte che per prima se ne è fatta interprete. L’esposizione si apre con una panoramica attorno alla riscoperta dell’Antico, con esempi illustri della “rinascita” fra Due e Trecento: opere di Nicola e Giovanni Pisano, Arnolfo, Giotto, Tino di Camaino e dei loro successori, in particolare di origine francese. L’“età nuova” giunge col nuovo secolo: con i due rilievi del Sacrificio di Isacco di Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi per la Porta del Battistero e con il modello della Cupola brunelleschiana. La scultura pubblica monumentale, con i capolavori di Donatello e Ghiberti è la prima e più alta testimonianza della creazione di un nuovo stile. Fin dagli anni Venti del Quattrocento, i nuovi canoni della scultura, illustrati da alcuni capolavori si moltiplicano attraverso una produzione sconfinata di rilievi. Allo stesso tempo, Firenze vede concentrarsi la committenza artistica più prestigiosa, quasi sempre pubblica, nei luoghi di solidarietà e di preghiera. Attorno al simbolo assoluto della città, rappresentato dal modello ligneo della Cupola di Santa Maria del Fiore, si presenta dunque una rassegna di tipologie e di tematiche scultoree determinanti anche per l’evoluzione delle altre arti figurative, a diretto confronto con i precedenti classici: dalle tombe degli umanisti, alla rinascita del monumento equestre e del ritratto scolpito. Attorno a quest’ultimo, che vede la sua genesi verso la metà del secolo nei busti marmorei di Mino da Fiesole, Desiderio da Settignano, Antonio Rossellino, si prefigura il passaggio dalla fiorentina libertas, rappresentata dalla committenza pubblica a un mecenatismo privato, che porta già il segno dell’egemonia medicea. In questa prospettiva, la mostra – che inizia con l’evocazione della cupola brunelleschiana – si chiude con quella della più illustre dimora privata del Rinascimento, attraverso il modello ligneo di Palazzo Strozzi.
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