Rotella Playing Artypo
Author(s) | Luca Massimo Barbero | ||
Editor | Skira | Place | Milano |
Year | 2008 | Pages | 272 |
Measure | 24x29 (cm) | Illustration | 167 ill. a colori e 71 b/n - colors and b/w ills |
Binding | brossura - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Language | Italiano/Inglese - Italian/English Text | Weight | 1800 (gr) |
ISBN | 8861308923 | EAN-13 | 9788861308923 |
price | 60.00 € | discount | 50% |
discount price | 30.00 € |
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Porto Cervo, MDM Museum, 13 giugno - 21 settembre 2008.
Il volume approfondisce e rivela al pubblico un aspetto nuovo dell'opera dell'artista: il risultato del suo lavoro sulle immagini pubblicitarie, per dar luogo a nuove icone straordinariamente attuali, concepite quasi sradicando l'immaginario visivo della collettività.
Nella prima pagina della sua autobiografia pubblicata nel 1972, datata al 31 maggio 1966, Mimmo Rotella menziona con entusiasmo gli artypo, la nuova tecnica creativa che sta diventando sempre più caratteristica del suo linguaggio: “Sono quadri fatti con prove di stampa, affiche che mi sono procurato a Milano e Roma. Vengono fuori immagini, forti, suggestive”. Tra gli anni sessanta e gli anni settanta, spostandosi tra Parigi e New York, Rotella approda a questa nuova stagione della sua opera, legata a doppio filo alla grande scoperta dei suoi décollage negli anni cinquanta e alla traduzione fotomeccanica esperita nei réportage dei primi anni sessanta. […] Artypo è termine che deriva dalla fusione delle parole art e typographie e indica una nuova tecnica inventata da Rotella nel suo utilizzo creativo dei procedimenti tipografici. Per realizzare gli artypo, l’artista seleziona, in tipografia, fogli di prove di stampa (usati per gli avviamenti di macchina, su cui lo stampatore in genere controlla immagini e colori), sui quali sono stampate una sull’altra casualmente diverse immagini, per poi trasporli su tela, plastica o lamiera: “Andavo in tipografia e prendevo le prove di stampa, i fogliacci. Me ne appropriavo e li facevo plastificare perché avessero un’aria più tecnologica. Mi piacevano le sovrapposizioni”. La poetica appropriativa del décollage, che perdura nel corso dei decenni successivi, costituisce la premessa per la successiva compenetrazione visiva prodotta dalla sovrapposizione delle diverse immagini nelle prove di stampa utilizzate negli artypo. Giocando con le immagini, modulandole come in un’orchestra visuale, Rotella dà così vita a una serie di icone intrecciate del mito di un’Italia internazionale, giocosa e colorata, che il miracolo economico apre agli orizzonti globali della comunicazione. (T-CA)
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