Vincenzo Campi scene del quotidiano
Author(s) | a cura di - edited by Franco Paliaga | ||
Editor | Skira | Place | Milano |
Year | 2000 | Pages | 256 |
Measure | 24x29 (cm) | Illustration | 182 ill. a colori - 182 color ills |
Binding | bross. ill. a colori con alette - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Language | Italiano - Italian text | Weight | 1800 (gr) |
ISBN | 8881188155 | EAN-13 | 9788881188154 |
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Cremona, Museo Civico Ala Ponzone, 25 novembre 2000 - 18 marzo 2001.
La mostra monografica vuole rendere omaggio a uno dei più importanti pittori cremonesi e italiani del Cinquecento attraverso la presentazione di opere inedite o poco conosciute, conservate in collezioni pubbliche e private, italiane e straniere.
Attraverso i contributi scientifici di alcuni dei maggiori esperti – fra i quali Mina Gregori, Valerio Guazzoni, Franco Paliaga, Bram de Klerck, Giacomo Berra, Angela Ghirardi – il volume si propone di ricostruire la parabola artistica di Vincenzo Campi riunendo per la prima volte alcune tra le sue opere più famose: la Fruttivendola, i Pollivendoli, i Pescivendoli e la Cucina di Brera, il San Martino (detto anche il Trasloco), il Mangiaricotta del Musée des Beaux-Arts di Lione e l’importante ciclo di dipinti (sui medesimi soggetti) del castello di Kirchheim, presso Augusta in Baviera, mai esposto in Italia. Accanto a queste opere di genere viene presentato un nucleo di dipinti inediti o poco conosciuti riguardanti la produzione religiosa del pittore, recentemente individuati, alcuni dei quali costituiscono delle sorprendenti novità.
I saggi illustrano inoltre la fortuna che i soggetti campeschi ebbero nella cultura figurativa lombarda del XVII e XVIII secolo, mostrando inedite repliche e copie di qualità – tratte dalle famose invenzioni di Vincenzo – eseguite da pittori rimasti finora ignoti. Il nucleo delle opere campesche è affiancato da tele di artisti fiamminghi (anonimi, Aertsen, Beuckelaer, Van Cleef) che costituiscono importanti precedenti all’affermazione della pittura di genere campesca, tra cui va segnalata un’inedita opera della scuola dei Bassano che si conserva a Cremona e che faceva anch’essa parte della ex-raccolta del convento dei Gerolomini di S. Sigismondo. (T-CA)
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