Gino Severini 1883-1966
Autore/i | a cura di Gabriella Belli, Daniela Fonti | ||
Editore | Silvana Editoriale | Luogo | Milano |
Anno | 2011 | Pagine | 264 |
Dimensioni | 24x29 (cm) | Illustrazioni | 152 ill. a colori - colours ills |
Legatura | bross. con alette - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1800 (gr) |
ISBN | 8836620272 | EAN-13 | 9788836620272 |
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Parigi, aprile - luglio 2011
Rovereto, settembre 2011 - gennaio 2012
Con i contributi scientifici di: Beatrice Avanzi, Gabriella Belli, Christine Borel, Daniela Fonti, Alessandra Franchina, Giovanni Lista, Paola Pettenella, Romana Severini.
Gino Severini (1883-1966) è senza dubbio il più francese tra i pittori italiani: per quasi mezzo secolo, infatti, è stato il trait d’union fra artisti e intellettuali al di qua e al di là delle Alpi negli anni cruciali del primo Novecento e delle due guerre.
Nato a Cortona e vissuto tra Parigi e Roma, inizia a dipingere grazie all’incontro con il coetaneo Umberto Boccioni e alla lezione del più maturo Giacomo Balla. Intorno agli anni dieci si accosta al futurismo, di cui offre una originalissima interpretazione, tiepida nell’adesione ideologica ma estremamente aggiornata e consapevole nella riflessione teorica.
Sono anni intensi in cui Severini affianca alla pratica artistica una vivace attività intellettuale, organizzando le esposizioni dei futuristi italiani nelle gallerie parigine e partecipando ai dibattiti che animano la capitale francese. La sua ricerca si orienta quindi verso la pratica cubista, rivolta in particolare a originali variazioni sul tema della natura morta.
Ma Severini è molto precoce anche nel cosiddetto “ritorno all’ordine”: già prima degli anni venti si rivolge a un repertorio di temi, figure e soggetti desunti dalla pittura dei Primitivi italiani e del Rinascimento. Anche di questa fase rimangono scritti autobiografici e testi teorici che dimostrano come il suo rappel à l’ordre fosse l’esito di personali e approfondite indagini.
Gli anni del secondo dopoguerra costituiscono l’ultimo, intenso periodo dell’attività di Severini – ancora troppo poco indagato – caratterizzato da opere di grande raffinatezza e mirabili esercitazioni di forme.
Il volume documenta la complessità di questo percorso attraverso i saggi critici, il catalogo di un vasto corpus di dipinti e un minuzioso lavoro di recupero e sistemazione dei documenti d’archivio e degli apparati bibliografici precedenti. (T-CA)
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