Arte in Umbria nell'Ottocento
Autore/i | Francesco Federico Mancini, Caterina Zappia | ||
Editore | Silvana Editoriale | Luogo | Milano |
Anno | 2006 | Pagine | 336 |
Dimensioni | 24x29 (cm) | Illustrazioni | 290 ill. a colori, 120 ill. b/n n.t. - colour and b/w ills |
Legatura | bross.ill colori con alette - paperback illustrated | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 2000 (gr) |
ISBN | 8836607438 | EAN-13 | 9788836607433 |
Prezzo | 35.00 € | Sconto | 50% |
Prezzo scontato | 17.50 € |
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Perugia, Foligno, Orvieto, Spoleto, Terni, Città di Castello, 23 settembre 2006 - 7 gennaio 2007.
Il volume accompagna un’ampia e organica rassegna, dedicata all'arte in Umbria nell’Ottocento, allestita in sei prestigiose sedi espositive nell'autunno 2006. Oltre trecento opere tra dipinti, sculture, disegni, e arredi restituiscono la fisionomia culturale e artistica di una regione che nel corso del XIX secolo si qualifica come un importante centro del dibattito sulle arti.
A Foligno una serie di dipinti e disegni documentano la pittura religiosa in Umbria negli ultimi decenni del Settecento e nei primi anni della Restaurazione, con opere di Cades, Unterberger, Corvi, Wicar, Camuccini, fino a Granet.
A Perugia una selezione di opere illustra le correnti dei Puristi, dei Nazareni e dei Romantici, influenzati dalla personalità di Minardi e dei tedeschi di stanza nella regione, primo fra tutti Overbeck. Gli anni del Romanticismo e delle battaglie risorgimentali trovano spazio a Orvieto, dove sono esposti capolavori di Celentano e Faruffini, nonché di Bruschi, Brugnoli, Piervittori, fino a Detti, Tassi, e Angelini.
La mostra di Terni, ultimo segmento dell’itinerario sulla pittura, si pone in ideale continuità con quella di Orvieto, con una scelta di opere dei maggiori artisti operanti in Umbria dal 1870 al primo conflitto mondiale che documentano il graduale passaggio dal severo imperativo purista alle eleganti formulazioni liberty.
La sezione di scultura, esposta a Spoleto, ripercorre lo sviluppo del linguaggio plastico dal classicismo di Canova e Thorvaldsen, sino alle morbide sensualità liberty di Rosignoli, Storelli, e D’Amore.
Un’accattivante ricostruzione di ambienti e atmosfere ottocentesche è infine allestita a Città di Castello, dove una variegata selezione di arredi e suppellettili rivelano una ben strutturata tradizione regionale anche nel settore delle arti applicate.
Note alle condizioni del volume
Nessuna. (T-CA)
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