L'Atelier degli Oscar I costumi della Sartoria Tirelli per il grande Cinema
Autore/i | a cura di Raffaella Sgubin | ||
Editore | Musei Provinciali di Gorizia | Luogo | Gorizia |
Anno | 2009 | Pagine | 240 |
Dimensioni | 22x29 (cm) | Illustrazioni | ill. colori n.t. - colour ills. |
Legatura | bross.ill colori con alette - paperback illustrated | Conservazione | Usato come nuovo - used like new |
Lingua | Italiano - Italian Text | Peso | 2300 (gr) |
ISBN | 8888606157 | EAN-13 | 9788888606156 |
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Gorizia, Palazzo Attems Petzenstein, 29 aprile - 6 settembre 2009.
Testi di Callisto Cosulich, Flora Brancatella, Raffaella Sgubin, Dino Trappetti, Marco Vallora.
Il salone centrale del Palazzo Attems-Petzenstein si apre con una scena spettacolare: otto manichini fanno rivivere la principesca cerimonia dell’incoronazione di Ludwig di Baviera. Velluto rosso, morbido, intensamente luminoso, cangiante, e tanto oro conferiscono divina regalità al sovrano e al gruppo di damigelle: il mantello del re è ricamato in canutiglia oro, bordato e foderato d’ermellino bianco.
Un capolavoro di Piero Tosi, che assieme a Gabriella Pescucci, Milena Canonero, Danilo Donati, Maurizio Millenotti rappresenta la prestigiosa Sartoria Tirelli, l’atelier di costumi per il cinema più famoso al mondo (ha collaborato con registi come Visconti, Fellini, Scorsese, Gibson), fondato a Roma nel 1964 per opera di Umberto Tirelli. Nel bell’allestimento progettato da Flora Brancatella, la mostra presenta i pluripremiati costumi di 34 film, quattro dei quali Piero Tosi - Costume per Il Gattopardo - 1964 - attrice Claudia Cardinale(Il Casanova, L’età dell’innocenza, Il paziente inglese e di Marie Antoinette) hanno meritato l’Oscar. Come sostiene la curatrice Raffaella Sgubin, i costumisti scrivono il film, “combinano forme, tessuti e colori il cinema trasforma l’abbigliamento in un sistema di segni di significato storico sociale che lo sguardo congiunto della cinepresa e dello spettatore reinventano, rielaborato e decodificato ciascuno a suo modo”.
Il percorso conduce verso altre meraviglie, fra cui l’indimenticabile abito di Piero Tosi indossato da Claudia Cardinale nel ballo del Gattopardo, in organza avorio a righini lucidi e opachi, ornato di ruches e montato su base di seta verde. Di grande effetto i costumi usati da Judy Dench in L’importanza di chiamarsi Ernest, come l’abito da giorno composto da giacca e gonna con inserti di quattro tipi di stoffa, poi coordinato da un collo in piume di struzzo; e notevoli i vestiti di Gabriella Pescucci per L’età dell’innocenza, abito da sera con corpetto in raso di seta rosa salmone.
Sala dopo sala si rivive l’incanto di film celebri come Medea, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Morte a Venezia, C’era una volta in America, L’età dell’innocenza, Anna Karenina o La leggenda del pianista sull’oceano. Infine, di particolare sfarzo il costume indossato da Donald Sutherland per Il Casanova di Fellini: abito in tre pezzi composto da marsina e pantaloni in faille di seta rosa ricamata su crine di soutache e ciniglia rosa. Il gilet in taffettà cangiante rosa, pantaloni moiré rosa. Jabot e cadute ai polsi in pizzi argento e nastri di raso rosa. (T-CA)
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