Cacce Principesche l'arte venatoria nella prima età moderna
Autore/i | a cura di Francesco Solinas | ||
Editore | De Luca Editori d'Arte | Luogo | Roma |
Anno | 2013 | Pagine | 168 |
Dimensioni | 22x22 (cm) | Illustrazioni | 100 ill. a colori n.t. |
Legatura | brossura con alette | Conservazione | |
Lingua | Peso | 800 (gr) | |
ISBN | 8865571411 | EAN-13 | 9788865571415 |
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Tivoli, Villa d'Este, 17 maggio - 20 ottobre 2013.
Saggi di Adriano Amendola, Adriana Capriotti, Ilaria della Monica, Alberto Fabris, Charles Dominique Fuchs, Loredana Lorizzo e Francesco Solinas.
Espressione del potere e dell’eleganza delle élites di tutta Europa, la caccia fu, sin dal medioevo, uno dei più importanti momenti di aggregazione sociale. Rituale complesso, svago raro e costoso, la caccia principesca doveva esaltare la grandezza del padrone di casa e dei suoi ospiti – dame incluse –. Le battute di caccia erano organizzate con mesi di anticipo ed erano spesso regolate da un rigido cerimoniale diretto da personaggi chiave della Corte. Durante le fastose cacce, dal Rinascimento al Barocco, si arrivava addirittura a risolvere questioni politiche e diplomatiche.
Tra i generi pittorici dedicati alle venationes, le vedute di caccia furono presto considerate presenze obbligatorie nelle grandi quadrerie europee e proprio in quegli anni raggiunsero il loro massimo splendore.
L’esposizione trova una sede eccezionale a Villa d’Este, decorata con temi venatori nei primi decenni del Seicento dalla scuola di Antonio Tempesta. La villa, il suo parco e i boschi circostanti furono sin dall’inizio del Cinquecento, i palcoscenici delle leggendarie cacce degli Estensi e dell’aristocrazia papale.
La mostra raccoglie dipinti, sculture ed oggetti provenienti da musei pubblici, tra i quali Palazzo Corsini, Palazzo Venezia, la Galleria Colonna e i Musei Capitolini, e da prestigiose collezioni private. In una raffinata tela di rimandi storici e artistici,ogni pezzo narra la storia delle antiche pratiche venatorie: dalle vedute di caccia di Jan Breughel il vecchio, Hendrick van Balen, Joos de Momper e Antonio Tempesta, alle nature morte di Jacopo da Empoli e Pieter Boel, a preziosi i ritratti di nobili cacciatori, sino alla pittura naturalistica dei protagonisti del Barocco quali Jan Fyt, Frans Snyders, Michelangelo Cerquozzi.
Una stupefacente selezione di armi antiche, eccezionalmente prestate dal Museo Stibbert di Firenze arricchisce l’esposizione di pezzi unici, commissionati da principi e sovrani e utilizzati ab antiquo. (T-CA)
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