Carlo Bononi L'ultimo sognatore dell'Officina ferrarese
Autore/i | a cura di Giovanni Sassu, Francesca Cappelletti | ||
Editore | Ferrara Arte | Luogo | Ferrara |
Anno | 2017 | Pagine | 320 |
Dimensioni | 24x29 (cm) | Illustrazioni | ill. colori n.t. - colors ills |
Legatura | bross. ill. colori con alette - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano/Inglese - Italian/English text | Peso | 1900 (gr) |
ISBN | 8889793414 | EAN-13 | 9788889793411 |
momentaneamente non disponibile
Ferrara, Palazzo dei Diamanti 14 ottobre 2017 – 7 gennaio 2018.
Saggi di Giovanni Sassu, Francesca Cappelletti, Barbara Ghelfi, Anna Valentini, Cecilia Vicentini, Lara Scanu, Michele Danieli, Camillo Tarozzi, Fabio Bevilacqua, Andrea Marchesi.
Introduzioni di sezione di Giovanni Sassu.
La pubblicazione che accompagna la rassegna, e che comprende saggi, introduzioni di sezione e schede di ciascuna opera esposta, intende fornire un approfondimento a tutto tondo su Carlo Bononi attraverso un focus biografico, una disamina storico artistica dei dipinti, della tecnica pittorica e disegnativa, dei suoi committenti e degli scenari entro i quali si trovò ad operare.
Per secoli Bononi, come del resto l’intero Seicento ferrarese, è rimasto in ombra, offuscato dal ricordo della magica stagione rinascimentale della Ferrara degli Este. Una lenta operazione di recupero critico ha progressivamente messo a fuoco la figura di un artista unico che seppe interpretare in modo sublime e intimamente partecipato la tensione religiosa del suo tempo.
Pittore di scene mitologiche nonché di grandi cicli decorativi sacri e di pale d’altare, Bononi elabora un linguaggio pittorico che pone al centro l’emozione, il rapporto intimo e sentimentale tra le figure dipinte e l’osservatore. Negli anni drammatici dei contrasti religiosi, dei terremoti e delle pestilenze, il sapiente uso della luce e il magistrale ricorso alla teatralità fanno di lui uno dei primi pittori barocchi della penisola, come testimoniano le seducenti decorazioni di Santa Maria in Vado del 1617 circa.
Ma Bononi fu anche un grande naturalista: nelle sue opere il sacro dialoga con il quotidiano. Tele come il Miracolo di Soriano o l’Angelo custode mostrano quanto acuta fosse per l’artista la necessità di calare il racconto sacro nella realtà, incarnando santi e madonne in persone reali e concretamente riconoscibili. In questa prospettiva, pochi come lui hanno saputo coniugare il nudo maschile con le esigenze rappresentative dell’Italia ancora controriformista di inizio Seicento: i suoi martiri e i suoi santi sono dipinti con perfezione potente e, al contempo, suadente, ma senza alcun gusto voyeuristico.
Tutto questo era ben chiaro agli occhi dei contemporanei. Il “divino” Guido Reni, a pochi mesi di distanza dalla morte di Carlo, avvenuta nel 1632, lo esaltava descrivendolo «pittore non ordinario» dal «fare grande e primario», dotato di «una sapienza grande nel disegno e nella forza del colorito».
Note alle condizioni del volume
Nessuna. (T-CA)
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