Croci processionali toscane Il tipo a bracci patenti nel Medioevo
Autore/i | Andrea Del Grosso | ||
Editore | CB Edizioni | Luogo | Poggio a Caiano |
Anno | 2010 | Pagine | 432 |
Dimensioni | 17x24 (cm) | Illustrazioni | num. ill. b/n n.t. |
Legatura | bross. | Conservazione | |
Lingua | Peso | 1500 (gr) | |
ISBN | 8895686098 | EAN-13 | 9788895686097 |
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Presentazione di Marco Collareta.
La croce è senza dubbio il segno per eccellenza del Medioevo europeo. Trattazioni sull’arte di questo lungo periodo e numerose esposizioni non hanno mancato di occuparsi, in modo più o meno approfondito, delle grandi croci dipinte e dei crocifissi lignei, manifestazioni artistiche tra le quali si annoverano alcuni tra i più grandi capolavori del tempo, come ad esempio i crocifissi di Cimabue. Sporadico, invece, e generalmente limitato solo ai casi più eclatanti, l’interesse mostrato nei confronti delle croci in metallo. Il lavoro presenta, per la prima volta, in modo sistematico un gruppo di croci metalliche (circa 40) che ha caratterizzato la produzione artistica della Toscana centrale tra 1100 e 1200 ed ha interessato collezionisti di ogni tempo. Le opere sono accomunate da caratteri materiali, tecnici, morfologici, iconografici, stilistici e funzionali: realizzate da una lastra di rame sagomata con le estremità dei bracci caratterizzate dalla terminazione “a coda di rondine”, la superficie decorata da incisioni e completata da una statuetta in bronzo fuso e cesellato raffigurante Cristo crocifisso. Ne risulta un corpus che, grazie ai confronti con le “arti maggiori” e all’analisi del contesto storico e religioso, consente di mettere a fuoco come questo nucleo di oggetti, strettamente legati alla liturgia e alla teologia del tempo, abbia veicolato la sensibilità ai modelli figurativi occidentali ed orientali che percorrevano l’Europa del periodo. L’indagine della storia documentaria di queste croci ha permesso, tra l’altro, di verificare come esse facessero parte degli arredi sacri di alcune comunità religiose raccolte in un territorio poco esteso della Toscana centro-settentrionale e consentito di analizzare la distribuzione degli esemplari superstiti negli antichi territori diocesani. Del Grosso, che si è già recentemente occupato dei rapporti tra piccoli bronzi e grandi sculture lignee, svolge attività di ricerca presso il laboratorio LARTTE della Scuola Normale Superiore di Pisa ed è docente a contratto di Storia dell’arte moderna presso la Facoltà di Economia dell’Università di Firenze. L’oreficeria sacra del Medio Evo e, più in generale, i rapporti tra “arti minori” ed “arti maggiori” costituiscono i suoi maggiori campi di interesse. (T-CA)
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