Fasto e rigore la natura morta nell'italia Settentrionale dal XVI al XVIII secolo
Autore/i | a cura di Giovanni Godi | ||
Editore | Skira | Luogo | Milano |
Anno | 2000 | Pagine | 264 |
Dimensioni | 24x29 (cm) | Illustrazioni | 130 ill. colori, 75 ill. b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | cart. edit. con sovracc. ill. colori - Hardcover with dustjacket | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1800 (gr) |
ISBN | 8881187523 | EAN-13 | 9788881187522 |
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(Arte Antica Cataloghi).
Colorno, Reggia di Colorno, 20 aprile - 25 giugno 2000.
Circa 130 dipinti, provenienti da collezioni pubbliche e private, documentano l’origine e lo sviluppo della natura morta, tra la fine del XVI secolo e la fine del XVIII secolo, in Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna e Veneto. In questi territori di reciproci scambi e di intenso collezionismo la natura morta, di cui vengono documentati anche aspetti poco noti, mantiene caratteristiche di autonomia locale.
Il volume, che accompagna l’esposizione di Colorno, si apre con i precedenti tardo-cinquecenteschi comprendenti opere di artisti fiamminghi documentati anticamente in Italia settentrionale, come Joachim Beuckelaer, e le prime risposte padane di Vincenzo Campi e Bartolomeo Passerotti. Si continua poi, tra Sei e Settecento, con la Lombardia di Fede Galizia, Panfilo Nuvolone, Evaristo Baschenis e Giacomo Ceruti, alla quale si affianca l’Emilia di Paolo Antonio Barbieri, Pier Francesco Cittadini, Felice Boselli, Giuseppe Maria Crespi e Cristoforo Munari.
Se in queste due regioni le connessioni sono costanti nel tempo, in Liguria si assiste ad una apertura verso le Fiandre più che ai rapporti con i territori confinanti. E sulla scia dell’esempio di Jan Roos e Giacomo Legi, si formarono alcuni specialisti locali, quali Anton Maria Vassallo e Bartolomeo Guidobono.
Il Piemonte si caratterizza piuttosto per il fervore del collezionismo, specie dei duchi di Savoia, da Carlo Emanuele I a Vittorio Amedeo I e così via fino alla fine del Settecento. Il Veneto, segnato lungo tutto il Seicento dalla presenza dei forestieri (stranieri, ma anche artisti provenienti da altre regioni d’Italia, e specie dalla Liguria), documenta la vivacità del mercato artistico e del collezionismo, senza dar luogo a significativi episodi autoctoni.
Autori dei saggi sono alcuni dei più autorevoli esperti della pittura italiana del Seicento e Settecento: Giovanni Godi, Anna Orlando, Alberto Cottino, Alessandro Morandotti, Daniele Benati, Alberto Crispo e Franco Paliaga. (T-CA)
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