Il Castello di Torregalli Storia e restauro di un complesso fortificato del “contado fiorentino”
Autore/i | Maurizio De Vita | ||
Editore | Polistampa | Luogo | Firenze |
Anno | 2007 | Pagine | 152 |
Dimensioni | 24x31 (cm) | Illustrazioni | num. ill. e tavv. a colori e b/n. n.t. - colros and b/w ills |
Legatura | cart. edit. con sovracc. ill. colori - Hardcover with dustjacket | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1700 (gr) |
ISBN | 8859603099 | EAN-13 | 9788859603092 |
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Presentazione di Stefano Caramelli.
Testi di Francesco Gurrieri, Maurizio De Vita, Mirella Branca, Fulvia Zeuli, Giulia Cellie, Piero Caliterna, Federico Gurrieri, Maurizio Seracini, Stefano Capretti, Furio Lombardini.
Il volume contiene importanti testimonianze dell’elaborazione e dell’avanzamento del progetto di restauro del Castello di Torregalli, a partire dalla conoscenza del manufatto, della sua storia, delle sue fasi costruttive, proseguendo poi con l’analisi della consistenza e delle condizioni di degrado e anche con alcune importanti soluzioni maturate durante i lavori.
Il castello è situato in quella porzione di contado a sud-ovest della città di Firenze inclusa tra l’Arno e la Greve, tra Scandicci e le colline di Marignolle. All’evidenza di un primo nucleo medioevale, principalmente affidato a una torre isolata, si affiancano notizie e documenti che, a partire dal 1427, raccontano della presenza nel Castello della famiglia de’ Nerli, una fra le più importanti e potenti in Firenze, committente in circa due secoli di importanti lavori che portarono alla trasformazione di un più antico “palagio” in villa-castello rinascimentale. Dal 1623 il complesso fu dei Conti Matteo e Lorenzo d’Agnolo Galli di Prato e conobbe importanti ampliamenti e abbellimenti sia nella conformazione che nei decori. Nel terzo decennio del Seicento Baccio del Bianco affresca le pareti di un grande salone al piano terra, realizzando otto magnifici cartigli ispirati al Pastor fido del Guarini e altri splendidi decori. Pochi decenni dopo prende forma il bellissimo giardino all’italiana “a tre ninfei”.
I recenti restauri hanno portato un complesso in stato di abbandono a essere nuovamente luogo vitale, frequentato e abitato, con il massimo rispetto per i suoi caratteri architettonici e spaziali storicamente sedimentati, in accordo con la riconoscibilità delle sue parti, con la presenza e la disposizione dei suoi apparati decorativi, della sua materia, dei suoi elementi, dei rapporti di prospetto così come erano pervenuti.
Il Castello di Torregalli, le sue corti, il suo giardino monumentale, il “salotto di Baccio”, i suoi spazi aperti e il suo racconto narrato con la materia e la cultura della storia sono nuovamente parte vitale dell’identità di questo lembo del territorio fiorentino.
Il castello è situato in quella porzione di contado a sud-ovest della città di Firenze inclusa tra l’Arno e la Greve, tra Scandicci e le colline di Marignolle. All’evidenza di un primo nucleo medioevale, principalmente affidato a una torre isolata, si affiancano notizie e documenti che, a partire dal 1427, raccontano della presenza nel Castello della famiglia de’ Nerli, una fra le più importanti e potenti in Firenze, committente in circa due secoli di importanti lavori che portarono alla trasformazione di un più antico “palagio” in villa-castello rinascimentale. Dal 1623 il complesso fu dei Conti Matteo e Lorenzo d’Agnolo Galli di Prato e conobbe importanti ampliamenti e abbellimenti sia nella conformazione che nei decori. Nel terzo decennio del Seicento Baccio del Bianco affresca le pareti di un grande salone al piano terra, realizzando otto magnifici cartigli ispirati al Pastor fido del Guarini e altri splendidi decori. Pochi decenni dopo prende forma il bellissimo giardino all’italiana “a tre ninfei”.
I recenti restauri hanno portato un complesso in stato di abbandono a essere nuovamente luogo vitale, frequentato e abitato, con il massimo rispetto per i suoi caratteri architettonici e spaziali storicamente sedimentati, in accordo con la riconoscibilità delle sue parti, con la presenza e la disposizione dei suoi apparati decorativi, della sua materia, dei suoi elementi, dei rapporti di prospetto così come erano pervenuti.
Il Castello di Torregalli, le sue corti, il suo giardino monumentale, il “salotto di Baccio”, i suoi spazi aperti e il suo racconto narrato con la materia e la cultura della storia sono nuovamente parte vitale dell’identità di questo lembo del territorio fiorentino.
Note alle condizioni del volume
Nessuna. (T-CA)
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