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(Le Palme).

Al'inizio del Seicento, sulle soglie della mo-dernità, esistevano certo abitazioni, dimore. magioni, ville e palazzi, tuguri e asili, ma non esisteva la casa nel nostro modo di intenderla, non esisteva il senso della casa, il gusto della casa. Come tutti i maggiori rivolgimenti storici - tanto più grandi quanto meno avvertibili - anche la nascita della casa moderna ha avuto madrine e padrini insieme illustri e lontani. L'acquisita dignità sociale di strati sempre più ampi della popolazione: l'emergere della famiglia nucleare dal vasto e labile intrico della parentela; ma soprattutto la crescente delimitazione tra interno ed esterno, l'affermarsi di una dimensione privata, spazio e regno del soggetto, vale a dire dell'imperioso protagonista dell'età moderna. La casa «Soggettiva» è però essenzialmente ambigua: da un lato è egocentrica, in quanto risponde solo alle esigenze, alle inclinazioni e dunque alle bizzarrie dei suoi abitatori, e per questo verso assomiglia a uno specchio. Dall'altro è scenografica, in quanto manifesta l'immagine che il o i proprietari intendono dare di sé, e per questo verso assomiglia a un teatro. In entrambi i casi è essenziale la scelta, la disposizione, il montaggio degli oggetti che debbono rendere la casa espressiva e rappresentativa: dunque l'essenziale è l'arredamento. Come i Greci avevano arredato (cioè ordinato e abbellito) il cosmo e come i cristiani hanno arredato l'anima, cosi noi moderni arrediamo la nostra casa.
Solo l'infinito gusto e l'infinita pazienza di un grande erudito dell'arredamento quale è Peter Thornton potevano concepire la smisurata impresa che oggi abbiamo sotto gli occhi: ricostruire tessera dopo tessera l'evoluzione dell'arredamento moderno lungo l'arco di tre secoli. Ma soprattutto farci guardare ad ognuno di quei cambiamenti, di quelle innovazioni con gli occhi dei protagonisti, di chi le attuò e di chi per primo le vide. Le circa seicento illustrazioni del volume, di cui la metà a colori, non sono infatti fotografie eseguite oggi di mobili o arredi d'epoca, ma riproduzioni dei quadri, degli acquerelli, dei disegni dei progetti originali: una sorta di gigantesco specchio antico in cui vediamo riflettersi una fuga di interni. Il libro è diviso in sei sezioni, ognuna delle quali copre un cinquantennio ed è aperta da un'introduzione in cui si dà conto dell'evoluzione del gusto architettonico in quel periodo e dei mutamenti nella struttura della casa, disposizione degli ambienti, soffittature, pavimenti, arredi fissi. Segue poi la carrellata delle immagini, l'ingresso nella vita di quelle case: ciascuna illustrazione è accompagnata non da una semplice didascalia. ma da una sorta di invito a cogliere tutta l'atmosfera di quel particolare interno scoprendo i dettagli - l'angolo di un sofà, la velatura di una tenda - che hanno contribuito a crearla. Il gusto della casa è il capolavoro di un grande scholar offerto a lettori variatissimi, purché dotati di sensibile curiosità: è un opera di riferimento, uno strumento per tutti i professionisti dell'arredamento e dell'ambientazione, un capitolo fondamentale nella storia delle idee. soprattutto un libro piacevolissimo e sempre imprevedibile, una grande, comoda e bella casa in cui ognuno può scoprire dietro una porta socchiusa la «propria» stanza, quella vera, quella che da sempre lo attende.

Note alle condizioni del volume

Usato ottime condizioni lievi segni del tempo. (T-CA)

SC60%

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