Kandinsky l'artista come sciamano
Autore/i | a cura di Claudia Beltramo Ceppi Zevi | ||
Editore | Giunti Editore | Luogo | Firenze |
Anno | 2014 | Pagine | 160 |
Dimensioni | 24x32 (cm) | Illustrazioni | ill. colori n.t. - colors ills |
Legatura | cart. edit. ill. colori - Hardcover | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1500 (gr) |
ISBN | 8809794303 | EAN-13 | 9788809794306 |
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Vercelli, Arca, Chiesa di San Marco, 29 marzo-6 luglio 2014.
L'Arca di Vercelli, lo spazio espositivo realizzato dentro la trecentesca chiesa di S. Marco, ospiterà una nuova grande e raffinata esposizione realizzata con un nucleo straordinario di opere, per svelare il percorso che diede vita alla nascita dell'astrazione. La mostra, ideata e curata da Eugenia Petrova, direttrice aggiunta del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, è dedicata a Wassily Kandinsky, l'artista che più di ogni altro fu la cerniera fra occidente e oriente. La rassegna, dal titolo ''L'artista come sciamano'', si sviluppa intorno a ventidue capolavori del padre dell'astrattismo, provenienti da otto musei russi, accompagnati da selezionatissimi dipinti di maestri dell'avanguardia russa e da uno straordinario nucleo di oggetti rituali delle tradizioni polari e sciamaniche, - appartenenti alla Fondazione Sergio Poggianella, che custodisce una delle raccolte più ricche sull'argomento - praticate nelle lontane e sterminate regioni siberiane, da cui Kandinsky trasse profonde ispirazioni durante i suoi anni giovanili di studi etnoantropologici, e che contribuirono, insieme alle tradizioni contadine russe allo sviluppo del suo percorso intellettuale verso l'astrazione come forma della spiritualità. I lavori presentati a Vercelli appartengono prevalentemente agli anni che Kandinsky trascorse fra Monaco e la Russia, tra il 1901 e il 1922, anno in cui fu costretto ad abbandonare per sempre la Russia sovietica, che pure aveva sostenuto nei primi anni della rivoluzione, per accettare l'incarico offertogli da Walter Gropius di dividere con Paul Klee l'insegnamento al Bauhaus. E' il momento in cui l'artista giunse alla convinzione che per trasporre sulla tela sentimenti e pensieri non fosse necessario raffigurare oggetti, paesaggi, i volti della vita quotidiana ma che, tramite il colore, la forma, la loro combinazione e il ritmo della composizione fosse possibile esprimere gli stati d'animo e le emozioni provocati sia dal mondo esterno che dai moti profondi dello spirito umano. (T-CA)
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