Le stanze del Cardinale Monti 1635-1650 La collezione ricomposta
Autore/i | AA.VV. | ||
Editore | Leonardo Arte | Luogo | Milano |
Anno | 1994 | Pagine | 290 |
Dimensioni | 25x29 (cm) | Illustrazioni | 120 ill. colori, 65 ill. b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | bross. ill. a colori con alette - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1900 (gr) |
ISBN | 8878135046 | EAN-13 | 9788878135048 |
momentaneamente non disponibile
Milano, Palazzo Reale, 18 giugno - 9 ottobre 1994.
Testi di Gian Alberto Dell'Acqua, Agostino Borromeo, Danilo Zardin, Marco Bona Castellotti, Giulio Bora, Maria Teresa Florio.
La mostra nasce dall'intensa collaborazione di più enti promotori: la Curia Arcivescovile di Milano (Ufficio Beni Culturali), la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Milano, la Pinacoteca di Brera, il Comune di Milano (Settore Cultura e Spettacolo) e la SNAM, sponsor della manifestazione.
Il lavoro congiunto di questi enti, la cui fattiva collaborazione è di per sé un elemento di novità e di speranza nel panorama culturale milanese, offrirà al grande pubblico un importantissimo evento di storia dell'arte e del collezionismo milanese tra Rinascimento e Barocco. Sarà possibile infatti vedere riunita, dopo quasi due secoli dalla sua separazione, la grande "quadreria" che il cardinale Cesare Monti, Arcivescovo di Milano dal 1635 al 1650 e successore di Federico Borromeo, aveva lasciato in eredità agli arcivescovi di Milano, suoi successori. Attualmente la collezione Monti si trova divisa in due sedi: il nucleo numericamente più consistente è ancora conservato nel Palazzo Arcivescovile di Milano. E' il nucleo meno noto e meno accessibile e sarà una vera sorpresa vedere emergere da esso capolavori di Tintoretto, Guido Reni, Guercino, Jusepe Ribera, Cerano, Morazzone, del Procaccini, ecc. La seconda parte della collezione è emigrata in due successivi momenti a Brera: in età napoleonica nel 1811 e nel 1836. In essa sono compresi alcuni dei più celebri dipinti della Pinacoteca Braidense (Correggio, Bramantino, Solario, Luini, Gaudenzio, Morazzone, Cerano, Giulio Cesare Procaccini) e sarà anche qui una sorpresa constatare che questi famosissimi quadri in realtà fanno parte della più grande e antica collezione seicentesca milanese a noi pervenuta dopo l'Ambrosiana.
La mostra, dunque, si promette di spettacolare effetto perché offre al pubblico la possibilità di vedere ricongiunti i due nuclei della quadreria, di ammirare quindi alcune delle più alte espressioni della pittura italiana tra '500 e '600 e di approfondire con esse un capitolo ancora poco noto della grande civiltà del collezionismo milanese nel Seicento. Saranno presenti 116 opere tra dipinti, disegni e arazzi, prevalentemente a soggetto sacro con l'aggiunta di qualche ritratto e di nature morte (84 pezzi provengono dalla raccolta dell'Arcivescovado, 31 dalle sale e dai depositi della Pinacoteca di Brera e 1 dal Museo del Duomo di Milano, ovvero il grandioso e celebre "Cristo tra i dottori" del Tintoretto). Le opere sono tutte altamente rappresentative delle scuole leonardesche lombarde, del '500 emiliano e veneto, dei manieristi e del primo Seicento lombardo, emiliano e genovese, con la raffinata appendice di un "gabinetto dei disegni" e di un piccolo nucleo di quadri, nature morte e arazzi fiamminghi. Accanto ai dipinti sarà possibile inoltre ammirare una sezione documentaria dedicata al Cardinale Monti collezionista, con inventari manoscritti e a stampa, antiche guide di Milano, incisioni dedicate a episodi importanti della vita del porporato, provenienti dall'Archivio Capitolare del Duomo, dalla Raccolta Bertarelli di Milano, dalla Biblioteca Braidense e dal Museo di Milano.
Il lavoro congiunto di questi enti, la cui fattiva collaborazione è di per sé un elemento di novità e di speranza nel panorama culturale milanese, offrirà al grande pubblico un importantissimo evento di storia dell'arte e del collezionismo milanese tra Rinascimento e Barocco. Sarà possibile infatti vedere riunita, dopo quasi due secoli dalla sua separazione, la grande "quadreria" che il cardinale Cesare Monti, Arcivescovo di Milano dal 1635 al 1650 e successore di Federico Borromeo, aveva lasciato in eredità agli arcivescovi di Milano, suoi successori. Attualmente la collezione Monti si trova divisa in due sedi: il nucleo numericamente più consistente è ancora conservato nel Palazzo Arcivescovile di Milano. E' il nucleo meno noto e meno accessibile e sarà una vera sorpresa vedere emergere da esso capolavori di Tintoretto, Guido Reni, Guercino, Jusepe Ribera, Cerano, Morazzone, del Procaccini, ecc. La seconda parte della collezione è emigrata in due successivi momenti a Brera: in età napoleonica nel 1811 e nel 1836. In essa sono compresi alcuni dei più celebri dipinti della Pinacoteca Braidense (Correggio, Bramantino, Solario, Luini, Gaudenzio, Morazzone, Cerano, Giulio Cesare Procaccini) e sarà anche qui una sorpresa constatare che questi famosissimi quadri in realtà fanno parte della più grande e antica collezione seicentesca milanese a noi pervenuta dopo l'Ambrosiana.
La mostra, dunque, si promette di spettacolare effetto perché offre al pubblico la possibilità di vedere ricongiunti i due nuclei della quadreria, di ammirare quindi alcune delle più alte espressioni della pittura italiana tra '500 e '600 e di approfondire con esse un capitolo ancora poco noto della grande civiltà del collezionismo milanese nel Seicento. Saranno presenti 116 opere tra dipinti, disegni e arazzi, prevalentemente a soggetto sacro con l'aggiunta di qualche ritratto e di nature morte (84 pezzi provengono dalla raccolta dell'Arcivescovado, 31 dalle sale e dai depositi della Pinacoteca di Brera e 1 dal Museo del Duomo di Milano, ovvero il grandioso e celebre "Cristo tra i dottori" del Tintoretto). Le opere sono tutte altamente rappresentative delle scuole leonardesche lombarde, del '500 emiliano e veneto, dei manieristi e del primo Seicento lombardo, emiliano e genovese, con la raffinata appendice di un "gabinetto dei disegni" e di un piccolo nucleo di quadri, nature morte e arazzi fiamminghi. Accanto ai dipinti sarà possibile inoltre ammirare una sezione documentaria dedicata al Cardinale Monti collezionista, con inventari manoscritti e a stampa, antiche guide di Milano, incisioni dedicate a episodi importanti della vita del porporato, provenienti dall'Archivio Capitolare del Duomo, dalla Raccolta Bertarelli di Milano, dalla Biblioteca Braidense e dal Museo di Milano.
Note alle condizioni del volume
Nessuna. (T-CA)
SC60%
Potrebbero interessarti anche...