L'universo illusorio di Arcimboldi
Autore/i | Francesco Porzio | ||
Editore | Fabbri Editore | Luogo | Milano |
Anno | 1979 | Pagine | 112 |
Dimensioni | 25x31 (cm) | Illustrazioni | ill. a colori e b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | cart. edit. con sovracc. ill. colori - Hardcover with dustjacket | Conservazione | usato buone condizioni - used good |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1200 (gr) |
ISBN | N/D - N/A | EAN-13 | N/D - N/A |
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Il "meraviglioso" Arcimboldi (1527-1593), ritrattista e pittore di corte a Vienna e a Praga, autore delle ambigue e celebri teste composite che deliziarono tre imperatori asburgici e la società colta europea della seconda metà del '500, costituisce l'episodio più caratteristico e paradossale del manierismo. Nonostante la rinnovata attenzione critica a tale periodo della storia dell'arte e la conseguente e rinascente fortuna dell'artista milanese, 'inquietante galleria delle sue opere è rimasta in gran parte inesplorata.
A distanza di venticinque anni dalla prima monografia italiana sull'argomento, quella di Benno Geiger (1954) questa di Francesco Porzio è la più aggiornata e consapevole decifrazione critica dell'Arcimboldi. Tenendo conto dell'intera bibliografia internazionale, l'autore, con estremo rigore filologico - sia riguardo alle attribuzioni qui ridefinite e notevolmente ridotte, sia riguardo agli aspetti culturali di quella remota stagione - offre per la prima volta al lettore, in una esposizione tutta leggibile e cattivante nelle intuizioni e nelle conclusioni, una panoramica della mai declinante attrazione della idea arcimboldesca. Sradicato dall'araldica surrealista dove viene periodicamente ed incautamente collocato, e liberato da ogni ipoteca dell'inconscio, Giuseppe Arcimboldi è riproposto nella cornice storica che gli è propria. La sua vita ed il suo operare sono reinseriti, con approfondita analisi, nel contesto del'avventuroso labirinto culturale del tardo Cinquecento dal quale i suoi "fantastici simolacri" e l'ebbrezza delle sue metamorfosi estrassero la loro emozionante carica allusiva: non più soltanto l'estroso organizzatore di raffinate bizzarrie, ma il creatore (in modo specifico nella serie delle Quattro Stagioni e dei Quattro Elementi) di un ragionato ciclo allegorico cui il recente ritrovamento degli scritti di Giovan Battista Fontana - collaboratore dell'Arcimboldi alla corte degli Asburgo - ha dato una definitiva chiave di lettura.
L'universo illusorio dell'artista scaturisce, quindi, da una poetica che ha salde radici nell'ambito della teoria dell'arte e del gusto del tardo manierismo: da quel confine proietta una fortunata idea dell'artificio consapevolmente o inconsapevolmente ripresa attraverso i secoli fino ai giorni nostri.
Note alle condizioni del volume
Usato buone condizioni, segni di usi e del tempo, strappetti e abrasioni alla sovraccoperta. (T-CA)
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