Natura e Maniera Tra Tiziano e Caravaggio Le ceneri violette di Giorgione
Autore/i | A cura di Vittorio Sgarbi | ||
Editore | Skira | Luogo | Milano |
Anno | 2004 | Pagine | 376 |
Dimensioni | 25x29 (cm) | Illustrazioni | 153 ill. colori n.t. - colors ills |
Legatura | cart. edit. con sovracc. ill. colori - Hardcover with dustjacket | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 2500 (gr) |
ISBN | 8884916089 | EAN-13 | 9788884916082 |
momentaneamente non disponibile
(Arte Antica Cataloghi).
Mantova, Palazzo Te, 5 settembre 2004 – 9 gennaio 2005.
Con la collaborazione di Mauro Lucco.
Il volume, catalogo della mostra mantovana, fornisce una panoramica sulla cultura figurativa del XVI secolo attraverso una selezione di capolavori.
“Giova insomma ritenere che il Dosso si ritrovasse a Venezia verso il 1510 accanto a codesti trentini – era oriundo trentino egli stesso – e friulani; accanto ai bresciani, ai bergamaschi, ai lodigiani, come il Palma, il Romanino e il Calisto. La sua arte, come quella di tutti costoro, è di una sola fumata sorta su immensa dalle ceneri violette di Giorgione, mescolatasi nella dolce nebbia della valle padana con qualche soffio gemente di espressionismo boreale, o diradatasi alla lucidezza dell’antichissimo classicismo ritmico dell’Italia centrale che splendeva fisso verso il sud”. Roberto Longhi.
E proprio partendo dall’eredità di Giorgione – così efficacemente evocata in una famosa frase del Longhi – attraverso le opere di grandi protagonisti della pittura del Cinquecento nell’Italia del Nord – da Tiziano, Tintoretto,Veronese a Lotto, Moretto, Romanino, Dossi, Correggio, ai Bassano – il volume dà conto dell’intrecciarsi, tra le nebbie della pianura padana, di Natura e Maniera, di attenzione al dettaglio reale e virtuosismo formale, nell’arte dei diversi interpreti del periodo, a dimostrazione di come la “Maniera Padana” sia in realtà la combinazione di più “anime” e di più “maniere” diverse tra loro.
I tanti artisti presenti in questo nutrito percorso – scandito da oltre 130 opere provenienti da numerosi musei italiani ed esteri, chiese e collezioni private – muovono infatti dalla lezione giorgionesca, di volta in volta interpretandola e personalizzandola, ma senza mai prescinderne: ora seguendo le enfatiche inquietudini, ora i richiami emotivi resi, talvolta, con una composizione più movimentata originaria del Centro Italia, spesso rileggendo il crescente naturalismo diffuso nel Nord e il senso della luce nella tradizione locale.
Il magico connubio tra figura e paesaggio innescato da Giorgione, le sue invenzioni cromatiche costituiscono dunque un’eredità fondamentale che non verrà dispersa ma che, a contatto con i crescenti fermenti manieristici e con le inclinazioni personali di un’affollata generazione di nuovi talenti, sfocerà in una “rivoluzionaria” rappresentazione della realtà – nella straordinaria personalità di Caravaggio – capace di influenzare a sua volta la pittura a Roma e in grande parte d’Europa.
Curato da Vittorio Sgarbi con la collaborazione di Mario Lucco, Natura e Maniera tra Tiziano e Caravaggio presenta opere inedite, nuove attribuzioni e puntuali letture interpretative, in un excursus estremamente articolato che ci porta a scoprire, accanto ai “giganti” del tempo, autori di eccellente valore e opere poco note, dando modo di confrontare le esperienze e le differenti personalità che hanno prodotto nel corso del XVI secolo, nelle regioni della pianura padana, una civiltà artistica straordinaria e un patrimonio senza paragoni nella storia della cultura dell’intera Europa.
Note alle condizioni del volume
Nessuna (T-CA)
Potrebbero interessarti anche...