L'ombra del genio Michelangelo e l'arte a Firenze 1537-1631
Autore/i | a cura di Marco Chiarini, Alan P. Darr, Cristina Giannini | ||
Editore | Skira | Luogo | Milano |
Anno | 2002 | Pagine | 368 |
Dimensioni | 25x29 (cm) | Illustrazioni | ill. a colori e b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | cart. edit. con sovracc. ill. colori - Hardcover with dustjacket | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 2500 (gr) |
ISBN | 8884912032 | EAN-13 | 9788884912039 |
Prezzo | 62.00 € | Sconto | 60% |
Prezzo scontato | 24.80 € |
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Firenze, Palazzo Strozzi, 13 giugno-29 settembre 2002.
Chicago, The Art Institute of Chicago, 9 novembre 2002-2 febbraio 2003.
Detroit, The Detroit Institute of Arts, 16 marzo-8 giugno 2003.
Quando Michelangelo Buonarroti muore a Roma nel febbraio del 1564 è considerato da tempo l’artista più famoso del secolo. Di lui Vasari ha scritto la Vita in due redazioni, paragonando la sua grandezza nelle arti a quella di Dante nella poesia.
La grandissima maestria di Michelangelo nel disegno (considerato di primaria importanza nella costruzione di un’opera), i profondi cambiamenti adottati nell’uso dei colori, il continuo studio della figura umana alla ricerca della perfezione del tratto segnano per sempre la cultura figurativa del Cinquecento e si tramandano stabilmente nel Seicento. Al ruolo di Michelangelo nella Firenze medicea, alla profonda e indiscussa influenza del grande artista sui contemporanei e sui maestri del secolo successivo, alle moltissime opere che dalla sua arte derivarono e fecero la gloria di Firenze è dedicato questo volume che accompagna la grande mostra fiorentina, che dopo la tappa italiana si trasferirà in America, prima all’Art Institute di Chicago e poi al Detroit Institute of Arts.Una selezione di straordinarie opere – dipinti, sculture, disegni, arazzi, vetri, porcellane, pietre dure, oggetti d’arredo, armature – provenienti da importanti musei italiani e stranieri documenta per la prima volta la complessa eredità artistica di Michelangelo e le sue conseguenze sul linguaggio figurativo fiorentino degli anni 1537-1631. Da Bartolomeo Ammannati a Giambologna, da Pontormo a Bronzino, al grande incisore lorenese Jacques Callot, molti artisti riflettono l’impulso ricevuto dall’esempio michelangiolesco e lo traducono in forme più sofisticate adottate da Cosimo I, il primo granduca di Toscana, dai suoi figli Francesco e Ferdinando, fino a Cosimo II con il quale la corte fiorentina rende l’ultimo omaggio al grande genio di Michelangelo.
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