Rembrandt incidere la luce I capolavori della grafica
Autore/i | a cura di Laura Aldovini | ||
Editore | Silvana Editoriale | Luogo | Milano |
Anno | 2012 | Pagine | 96 |
Dimensioni | 24x29 (cm) | Illustrazioni | 45 ill. a colori - colors ills |
Legatura | brossura olandese - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1000 (gr) |
ISBN | 883662345X | EAN-13 | 9788836623457 |
Prezzo | 22.00 € | Sconto | 40% |
Prezzo scontato | 13.20 € |
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Pavia, Scuderie del Castello Visconteo, 17 marzo - 1 luglio 2012.
Trieste, Scuderie del Castello, 7 luglio - 7 ottobre 2012.
Testi di Laura Aldovini, Susanna Zatti.
Rembrandt realizzò circa 300 dipinti e oltre 290 incisioni, una produzione cospicua che senz’altro beneficiò della florida congiuntura socio-economica in cui l’artista era venuto a trovarsi, quella dell’evoluzione politica e religiosa che aveva investito i Paesi Bassi del Nord, dopo la separazione dal Sud (essenzialmente cattolico) nel 1584. Maggior libertà, aumento di ricchezza, moltiplicazione della committenza privata borghese, di contro a una diminuzione di quella sacra, ebbero come conseguenze dirette la nascita della figura del mercante d’arte e la vendita all’asta delle opere artistiche. Rembrandt si adattò perfettamente a questa rinnovata situazione, portando all’estremo l’individualità e la dignità dell’artista ed entrando senza riserve nel ‘mercato dell’arte’. Valorizzò la libertà creativa dal punto di vista dell’inventio, ma anche della tecnica: di contro allo stile ‘finito’ della pittura di moda all’epoca, preferì un modus operandi che lo vedeva tornare di continuo sulle sue opere, sia pittoriche che incise. Primaria fonte d’ispirazione furono per lui i capolavori incisi dei suoi predecessori, tra gli altri Luca di Leyda, Pieter Brueghel, Albrecht Dürer, Andrea Mantegna, dei quali aveva moltissime stampe. Rispetto ai suoi contemporanei e agli artisti che lo precedettero, egli raggiunse peraltro una grande perizia tecnica nell’uso dell’acquaforte: univa segni di diversa profondità e spessore – attraverso morsure multiple – a un uso strategico della puntasecca e otteneva effetti particolari anche grazie alla stesura a pennello di acido diluito sulla lastra e al variare degli inchiostri e delle carte in fase di stampa. Il fine era quello di ottenere effetti di luce e profondità del tutto inusuali ma efficaci. L’elemento caratterizzante dell’arte di Rembrandt – per questo – è proprio la luce che bagna le sue composizioni incise, dove il nitore si contrappone diametralmente all’oscurità del buio reso con segni più o meno profondamente inchiostrati. Le incisioni di Rembrandt, fin dal XVII secolo, furono tra gli oggetti più ricercati: possedere un’opera del grande artista olandese divenne un obiettivo ambito da parte dei collezionisti più appassionati. E come i più rinomati amanti delle arti dell’epoca, anche il marchese Malaspina si adoperò per accaparrarsi un buon numero di pezzi del maestro: il nucleo di autografi rembrandtiani conservati oggi ai Musei Civici di Pavia è senza dubbio ragguardevole e permette di conoscere e apprezzare la produzione grafica dell’artista.
Note alle condizioni del volume
Nessuna. (T-CA)
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