Saperi e mestieri Toscani Viaggio nei musei del lavoro dalle Apuane al Chiarone
Autore/i | a cura di Vinicio Serino, Lorenzo Maccari | ||
Editore | NIE - Nuova Immagine Editrice | Luogo | Siena |
Anno | 2004 | Pagine | 232 |
Dimensioni | 24x33 (cm) | Illustrazioni | ill. a colori e b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | bross. ill. a colori con alette - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1600 (gr) |
ISBN | 8871452046 | EAN-13 | 9788871452043 |
Prezzo | 15.00 € | Sconto | 20% |
Prezzo scontato | 12.00 € |
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Un volume desideroso di dimostrare come e quanto, nella nostra amata Toscana, abbiano agito sulla dimensione del lavoro, sulla nobile dimensione del lavoro, le quattro categorie della Tradizione, dell’amore, della bellezza e della cultura.
Si è trattato di un viaggio affascinante, che ci ha messo in contatto con realtà incredibili dalle quali è emerso lo straordinario sapere che anche mestieri umili, alla apparenza banali e insignificanti per la loro ripetitività, richiedevano. E ancora continuano a richiedere. Abbiamo allora compreso perché qualcuno che, prima di noi, si era avvicinato a questi problemi aveva, puntualmente, accostato il termine stesso di mestiere a quello ben più fascinoso e impegnativo di mistero…
Tutti i saperi e i mestieri che abbiamo descritto in questo libro rappresentano allora – almeno questa è la nostra sensazione – l’idea di un territorio che, pur nella diversità del proprio passato, nella moltitudine dei campanili, nella permeabilità agli apporti della globalizzazione, sa comunque ritrovare nel lavoro una sorta di minimo comune denominatore dell’essere toscani, ossia uomini legati alla essenza più autentica e più antica della esistenza. Da senesi non possiamo allora non evocare lo splendido affresco col quale, ai primi del XIV secolo, Ambrogio Lorenzetti volle rappresentare, sulle pareti del Palazzo Pubblico della nostra città, gli Effetti del Buon Governo, facendo intendere a quanti hanno evangelicamente occhi per vedere come i mestieri della città e quelli della campagna si combinino perfettamente. In coerenza con una armonia sociale, ma anche economica, culturale, religiosa e politica nella quale il sapiente magister che, tra le mura cittadine, teneva la sua lectio a un auditorio di attenti e disciplinati studenti, non era affatto più importante dell’umile contadino che attendeva al lavoro dei campi, o del porcaro che conduceva all’interno della città turrita la sua “cinta senese”. Tutti, infatti, esprimevano e, ci sia consentito crederlo, continuano a esprimere l’idea di un universo coeso, unito, solidale dove ognuno è esattamente al proprio posto.
Note alle condizioni del volume
Nessuna. (T-CA)
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