Lo specchio del Paradiso L'immagine del giardino dall'Antico al Novecento
Autore/i | Marcello Fagiolo, M. Adriana Giusti | ||
Editore | Silvana Editoriale | Luogo | Milano |
Anno | 1996 | Pagine | 259 |
Dimensioni | 25x31 (cm) | Illustrazioni | 250 ill. a colori e b/n - 250 b/w and colors ills |
Legatura | cart. edit. con sovracc. ill. colori - Hardcover with dustjacket | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 2600 (gr) |
ISBN | 8882150356 | EAN-13 | 9788882150358 |
esaurito presso l'editore
Sfondo di grandi rappresentazioni o ambiente figurato a sé stante, l'immagine del giardino è apparsa fin dall'antichità nel panorama artistico, assumendo nel tempo nuovi significati, quale pallido riflesso e traduzione dell'Eden, dell'aspirazione originaria dell'uomo all'armonia paradisiaca, del ritorno all'innocenza primitiva, o quale simbolo di un luogo felice fuori dal tempo, nostalgico rimpianto della mitica Età dell'Oro e insieme archetipo dell'utopia.
""Lo specchio del Paradiso"" è il titolo di questa collana, che si propone di attuare un percorso che segua l'evolversi dell'idea e dell'iconografia di questa realtà spaziale, un itinerario affascinante lungo lo spazio e il tempo alla ricerca di un luogo dove l'ordine e la pace si ricompongano e dove l'unità originaria sia recuperata. Il primo volume fonisce gli strumenti essenziali per questo viaggio iconografico, segnandone le tappe della storia, analizzandone gli elementi caratteristici ed evidenziandone le suggestioni allegoriche e simboliche sacre e profane. Un originale repertorio del ""giardino nelle arti preziose"" conclude l'interessante opera. ""Teatro del mondo e della memoria"", ""del mondo e della natura"", il giardino ha sempre mantenuto nella cultura occidentale un nesso inscindibile con l'idea di teatro.
Il secondo volume della collana vuole proprio indagare lo svolgersi di questo rappporto attraverso la presentazione di alcuni momenti particolarmente significativi della sua storia. Dalla Roma tardo-repubblicana e imperiale, con l'invenzione - fra l'altro - della topiaria, alle riproposizioni di giardini ""scenici"" del periodo umanistico-rinascimentale, dai fastosi ""teatri dell'acqua"" barocchi e dallo sviluppo e diffusione dei ""teatri di verzura"" fino alle riscoperte novecentesche, i fasti del teatro-giardino vengono qui presentati in un documentato testo, corredato da un ricco e in buona parte inedito apparato iconografico.
Nel terzo e conclusivo volume il giardino diviene luogo della presenza e della rivelazione del sacro, ""manifestazione di una mente ordinatrice che trascende la stessa natura"". Umano e divino si incontrano in un lungo itinerario che, dagli spazi consacrati a diverse divinità del mondo antico, attraverso la pace e l'ordine dei chiostri monastici esemplati sul modello del Paradiso terrestre che si diffondono soprattutto nel periodo medioevale, giunge fino al misticismo romantico, volto alla ricerca di una sacralità originaria nella natura selvaggia e misteriosa, alle soglie di un'eclisse del sacro che caratterizza il nostro secolo. (T-CA)
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