Lo statuto di Lamporecchio del 1406
Autore/i | a cura di Giampaolo Francesconi | ||
Editore | CB Edizioni | Luogo | Poggio a Caiano |
Anno | 2011 | Pagine | 176 |
Dimensioni | 17x24 (cm) | Illustrazioni | ill. a colori e b/n n.t. |
Legatura | bross. ill. a colori - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1100 (gr) |
ISBN | 8866120200 | EAN-13 | 9788866120209 |
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Presentazione di Carlo Pedretti
Con un fondamentale saggio del 2006, pubblicato nel «Bullettino Storico Pistoiese» da lui diretto, l’autore di questo libro aveva già offerto un contributo chiave alla conoscenza della storia di Lamporecchio dal punto di vista del suo più antico contesto politico, sociale ed economico, e proprio come punto focale di una situazione territoriale che al valico di San Baronto si apre al grande angolare di una veduta sterminata che va da Pisa, Lucca, Livorno e Volterra, e che quindi, lasciando il Mare Tirreno a destra, s’allontana per raggiungere l’Appennino Centrale verso Arezzo e Cortona.
Un accento enfatico nella veduta emblematica che subito ci viene proposta da questa affascinante e inconsueta lettura è il poggio di San Miniato al Tedesco, collocato a una decina di chilometri in linea d’aria, sul quale svetta la torre dell’Imperatore, ma con questo siamo intorno al 1225, mentre a piè di quel colle già da oltre due secoli passava la grande arteria voluta dall’arcivescovo Sigerico di Canterbury nel 990, la celebre via Francigena, aperta alle soglie del nuovo millennio non solo per convogliare l’afflusso dei pellegrini dal nord Europa a Roma ma anche per favorire gli scambi commerciali e facilitare i rapporti culturali fra le nazioni da essa attraversate. Ed è col nuovo millennio che a Lamporecchio, fra la fine del Millecento e l’inizio del Milledue, sorge il castello del vescovo di Pistoia, simbolo di un potere che intende assicurarsi il controllo di una vera e propria terra di frontiera, aperta appunto ai nodi nevralgici di un complesso scacchiere mercantile dai multipli sbocchi sui principali porti di mare attraverso un fitto tessuto viario che s’irradia dai punti salienti dei principali insediamenti urbani, che s’alternano fra poderi e paludi, per rapportarsi costantemente al maestoso fluire del corso dell’Arno, via via fino alla sua foce. (T-CA)
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