Vincenzo Pagani un pittore devoto tra Crivelli e Raffaello in mostra a Fermo
Autore/i | a cura di Vittorio Sgarbi | ||
Editore | Cassa di Risparmio di Fermo | Luogo | Milano |
Anno | 2008 | Pagine | 254 |
Dimensioni | 24x29 (cm) | Illustrazioni | ill. a colori e b/n n.t. |
Legatura | cart. edit., sovracc. ill. | Conservazione | usato, buono |
Lingua | Italiano | Peso | 2100 (gr) |
ISBN | n/d | EAN-13 | n/d |
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Fermo (AP), Palazzo dei Priori, 31 maggio - 9 novembre 2008.
Saggi di: Vittorio Sgarbi, Marco Moroni, Marina Massa, Stefano Papetti, Gabriele Barucca, Benedetta Montevecchi, Marina Conte, Walter Scotucci e Paola Perangeli.
Tra Quattrocento e Cinquecento il territorio delle Marche visse il suo periodo più fulgido e ricco di fermento intellettuale. Artisti e pensatori vi transitarono, da Lorenzo Lotto a Carlo Crivelli, da Luca Signorelli a Tiziano a, naturalmente, Raffaello. Nel quinto centenario della sua nascita, una raffinata mostra porta all'attenzione del pubblico la figura di Vincenzo Pagani (Monterubbiano, 1490 ca. – 1568), un artista di sorprendente modernità e originalità, che seppe unire, nella sua pittura, le più diverse tendenze artistiche presenti nella Marca cinquecentesca. In particolare, Pagani è stato il pittore che meglio di altri ha saputo interpretare. In particolare, Pagani è stato il pittore che meglio di altri ha saputo interpretare le esigenze del pubblico dell’epoca, producendo opere che, nell'adeguarsi ai nuovi indirizzi del Rinascimento, seppero però mantenere un legame con la tradizione. Più di cinquanta opere, di cui trenta pale d’altare, ricostruiscono dunque il percorso artistico dell'eclettico maestro piceno, che, influenzato precocemente dai modi fastosi de Carlo Crivelli, aggiornò il proprio stile osservando altri autori marchigiani, fino ad approdare al grande modello raffaellesco, ben riconoscibile nella serie di Madonne in gloria.
Dalle opere esposte emerge chiaramente anche l’altra caratteristica di Pagani, quella cioè di essere un pittore “intensamente devoto”, come suggerisce Vittorio Sgarbi: non solo dalle scene prettamente religiose, ma anche dai paesaggi, traluce un alto e profondo senso di spiritualità, che costituisce senza dubbio una prova della sua freschezza e della sua modernità.
Il volume accoglie numerosi saggi critici che indagano la figura di Pagani e diversi aspetti correlati alla sua arte: dal contesto storico al rapporto con i modelli e con gli artisti coevi, dall’attività della sua bottega ai cartoni conservati. Completano il volume apparati bibliografici. (T-CA)
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