Arcimboldo Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio
Autore/i | A cura di Sylvia Ferino-Pagden | ||
Editore | Skira | Luogo | Milano |
Anno | 2011 | Pagine | 392 |
Dimensioni | 25x29 (cm) | Illustrazioni | 419 ill. colori n.t. - colors ills |
Legatura | cart. edit. con sovracc. ill. colori - Hardcover with dustjacket | Conservazione | Usato ottime condizioni - used very good |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 2600 (gr) |
ISBN | 8857208230 | EAN-13 | 9788857208237 |
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(Arte antica Cataloghi).
Milano, Palazzo Reale, 27 gennaio - 8 maggio 2011.
“Così procede Arcimboldo, dal gioco alla grande retorica, dalla retorica alla magia, dalla magia alla sapienza” (Roland Barthes, 1985).
La personalità di Giuseppe Arcimboldo nel passato come oggi è stata coronata da fama e successo. Le sue opere straordinarie – capricci e bizzarrie – celebri in tutto il mondo sono presenti nella pubblicità e sul web. La sua è una figura dunque del presente come del passato.
Arcimboldo stesso, di ritorno a Milano da Praga nel 1587, si premura di consolidare la propria fama dettando agli amici artisti, umanisti e storici (tra cui Paolo Morigia, Giovan Paolo Lomazzo e Gregorio Comanini) le proprie imprese d’artista alla corte degli Asburgo. Il suo nome viene però presto dimenticato e nei secoli successivi la sua opera etichettata come “scuola di Leonardo”. Non c’è dubbio che il maestro di Vinci sia alla base della cultura di Arcimboldo: ma da questa inesauribile fonte d’ispirazione l’artista milanese trae le mosse per sviluppare uno stile personalissimo.
Il contesto culturale in cui si muove Arcimboldo, il suo apprendistato e le sue prime opere in ambito milanese sono state finora considerate come un prologo di un’attività artistica svoltasi principalmente fuori dall’Italia. La tradizione artistica milanese e lombarda ebbe invece un ruolo fondamentale nella formulazione delle famosissime teste composte e delle “bizzarie” di Arcimboldo, come gli studiosi lombardi hanno ripetutamente sottolineato: ma tali spunti non sono stati finora recepiti dalla ricerca internazionale. Le esposizioni monografiche tenutesi finora hanno celebrato il grande maestro nel suo ruolo di artista di corte (per lungo tempo al servizio degli imperatori asburgici Ferdinando I, Massimiliano II e Rodolfo II, a Vienna e a Praga) e di precursore dell’arte moderna.
Questa monografia vuole restituire Arcimboldo al suo contesto d’origine, per capire le ragioni della sua chiamata alla corte degli Asburgo (gli studi naturalistici, le coreografie per cortei e feste, o ancora i ritratti), precisare le radici culturali delle sue teste composte, e approfondire infine il ruolo giocato dall’artista nello sviluppo dei generi della natura morta e delle “pitture ridicole”. Curato da Sylvia Ferino-Pagden, Direttrice della Pinacoteca del Kunshistorisches Museum di Vienna (che presta il nucleo più corposo di opere) in collaborazione con un prestigioso Comitato Scientifico formato da Giacomo Berra, Giulio Bora, Chiara Buss, Silvio Leydi, Robert Miller, Giuseppe Olmi, Caterina Pirina, Francesco Porzio, Lucia Tongiorgi Tomasi, il volume Arcimboldo. Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio introduce il lettore nella Milano cinquecentesca, in un percorso affascinante tra disegni, pittura e preziosi oggetti usciti dalle officine artigianali milanesi, all’epoca rinomatissime per la qualità e l’eccellenza dei propri manufatti artistici.
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