Arnaldo Pomodoro nei giardini del Palais-Royal di Parigi
Autore/i | AA.VV. | ||
Editore | Skira | Luogo | Milano |
Anno | 2002 | Pagine | 124 |
Dimensioni | 30x30 (cm) | Illustrazioni | 53 ill. a colori e 26 b/n |
Legatura | cart. edit. sovracc. ill. e cofanetto | Conservazione | nuovo |
Lingua | italiano | Peso | 1900 (gr) |
ISBN | 8884914973 | EAN-13 | 9788884914972 |
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Testi di Carlo Bertelli, Pierre Restany, Jacqueline Risset.
Fotografie di Paolo Mussat Sartor.
Il volume, che documenta l’antologica retrospettiva tenutasi nel 2002 nei giardini del Palais-Royal di Parigi, ripercorre quasi quarant’anni di carriera del maestro pesarese attraverso quaranta sculture monumentali eseguite dal 1962 al 2000 che documentano la formidabile continuità di un’opera marcata con il sigillo dell’eterno mistero umano. Le sue opere, dallo stile inconfondibile, sono caratterizzate dalla forza della forma pura e dallo splendore riflettente dei metalli con le loro superfici levigate e lucide che si spaccano in crepacci e crateri. Come spiega Pierre Restany nel suo saggio l’opera di Arnaldo Pomodoro “impone allo spazio ambiente una presenza monumentale definitiva e irrefutabile. Il segreto della sua immediata comunicabilità risiede nella felice unione tra due talenti eccezionali: la potenza dell’affermazione formale dello scultore geometrico si allea con la profonda umanità dell’incisore cuneiforme. Colonne, scettri, obelischi e stele, dischi e sfere sono i volumi emblematici portatori di un linguaggio fondamentale fatto di segni elementari ed essenziali… Nella massa dei volumi esterni in bronzo liscio, incisioni e dentellature si organizzano in sequenze lineari, orizzontali e ripetitive. Quando questi sistemi di segni appaiono alla superficie o su altri dischi o stele, proviamo la strana sensazione di essere in presenza di una lingua sconosciuta e scomparsa di cui abbiamo perduto il codice di decifrazione, ma di cui possiamo, attraverso l’analisi e la distribuzione delle frequenze grafiche, ricostituire gli elementi del ritmo sintattico… Le sculture-emblemi di Arnaldo Pomodoro ci parlano dei problemi fondamentali dell’esistenza umana, dell’origine e della fine del mondo. Assumono la globalità delle nostre angosce dinanzi a un mondo minaccioso, ma esaltano anche la nostra coscienza di essere in questo stesso mondo. Il loro linguaggio misterioso rompe le formule organizzate per stimolare direttamente le nostre intuizioni profonde”. (T-CA)
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