Da Villore al Pellegrino Sette secoli di vicende territoriali ed architettoniche
Autore/i | Giampaolo Trotta | ||
Editore | Masso delle Fate | Luogo | Firenze |
Anno | 2017 | Pagine | 166 |
Dimensioni | 21x30 (cm) | Illustrazioni | ill. a colori e b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | bross. ill. a colori - paperback | Conservazione | usato come nuovo - used like new |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1200 (gr) |
ISBN | 8860394287 | EAN-13 | 9788860394286 |
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attraverso i luoghi di residenza in Toscana della «stirpe» dei Manescalchi
Volume I Dal Duecento al Seicento Nel Mugello e nel Pratese
(Storie Memorie Personaggi).
Il libro tratta dei vari edifici dove risedette la famiglia dei Manescalchi da Villore nel corso dei secoli, condotta attraverso un lasso temporale di circa sette secoli, e pone in luce (fra le prime volte a proposito di una famiglia non nobile né magnatizia) un paradigmatico spaccato sociale di una famiglia di modesti proprietari terrieri e di ‘valvassini’ e piccoli domini loci all’interno di una comunità rurale montana del Mugello medioevale ghibellino, poi inurbatasi a Prato nel Quattrocento con l’homo novus Bartolomeo “maneschalco”, che dette il patronimico alla famiglia e le cui ambizioni di affrancazione sociale si infransero miseramente nella città mercantile, decretando un mesto “de reditu suo” nel contado pratese prima e mugellese poi, per approdare a quello fiorentino come una fiera stirpe di mezzadri ed, infine, di giardinieri a metà Novecento.
L’indagine assume, però, connotati assai più lati.
Accanto alla stretta storia dei Manescalchi, infatti, lo studio si è dilatato a quello delle vicende dei luoghi e delle costruzioni nelle quali essi vissero, talvolta strettamente legate ad essi, talvolta in maniera più labile e sfumata.
Sostanzialmente, sono stati individuati, a partire dal Duecento, nove realtà territoriali in Toscana connesse alle loro residenze storiche, che hanno fornito il motivo di alcuni approfondimenti su architetture, territori e città.
Così, temi che travalicano l’interesse contingente sono lo spaccato storico-sociale e territoriale sulle ferriere medievali nel Mugello Orientale; l’urbanizzazione attorno alla cattedrale di Prato e la formazione della sua piazza secondo i principi - anche simbolici e teologico-filosofici - della prospettiva inversa, tipica delle tavole dipinte due-trecentesche; il ruolo e l’apogeo economico e culturale dei Fioretti da Vernio; l’organizzazione poderale e le fattorie nel territorio di Barberino del Mugello; la storia artistica della Compagnia di Sant’Agostino a Legnaia; la matrice albertiana (e non brunelleschiana) dell’oratorio quattrocentesco della Vergine Assunta della Querce verso Monticelli, raffrontato - per similitudini e differenze - con quello trecentesco del sacellum ‘gerosolimitano’ degli Alberti sul ponte alle Grazie di Firenze; l’organizzazione poderale a Montughi nell’Ottocento, villa Demidov a San Donato in Polverosa; l’’asse’ aeronautico Cascine-Novoli-Peretola in epoca fascista; le ville Strozzi Sacrati al Querceto e Bartolini Salimbeni - Favard a Rovezzano; gli echi bramanteschi nella chiesa perduta di; il giardino (in parte orto botanico) de “La Rosa” di Bettino Ricasoli al Pellegrino; la colonia anglo-americana a Firenze e le ville primo-novecentesche nell’urbanizzazione di via Trento. (T-CA)
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