Ettore Sottsass
Autore/i | Patrizia Ranzo | ||
Editore | 24 ORE Cultura | Luogo | Milano |
Anno | 2011 | Pagine | 120 |
Dimensioni | 24x32 (cm) | Illustrazioni | 100 ill. a colori e b/n n.t. - colour and b/w ills |
Legatura | cart. edit. ill. colori - harcover | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian Text | Peso | 1300 (gr) |
ISBN | 8866480398 | EAN-13 | 9788866480129 |
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(Minimum Design).
"La figura di Ettore Sottsass si presenta insieme come un'eccezzione e come un caso esemplare nel paesaggio del design italiano. Un paesaggio dove già nel dopoguerra non si cercavano, come in altri paesi europei, certezze scientifiche nel progetto ma al contrario ci si appassionava nell'inventare nuove funzioni."
Ettore Sottsass, architetto e designer di origini austriache, ha conosciuto i profumi dei boschi tirolesi, amato il Mediterraneo e abitato Milano, la capitale del design italiano. Durante il secondo dopoguerra, il design in Italia incontrò la dimensione eurocentrica e iniziò a confrontarsi con il razionalismo internazionale. Il giovane Ettore, però, non formò la sua matita in questo clima chiuso, al contrario, viaggiò molto, alimentando il proprio sapere con quell'internazionalità derivata dai viaggi nei paesi d'Oriente, come India, Nepal, Birmania.
L'incontro con la beat generation, avvenuto durante un lungo soggiorno negli Stati Uniti per curare una grave malattia, lo segnò profondamente, accrescendo la sua capacità di registrare e carpire i movimenti del mondo.
La sua formazione, infatti, fu più esistenziale che ideologica. Fu uno dei fondatori del gruppo Memphis, che diede una svolta decisiva al design italiano progettando arredi e oggetti artistici e futuristici, cedendo più all'estetica, forme luci e colori, che alla funzionalità. In anticipo sugli anni della contestazione, indicò il design come strumento di critica sociale, aprendo la via alla grande stagione del Radical Design (1966-1972) e all'affermazione della necessità di una nuova estetica: più etica, sociale, politica. Sue le macchine da scrivere Olivetti che gli valsero il Compasso d'Oro nel 1970, fra cui la Valentine, e la giocosa libreria Carlton, a metà tra totem e videogame.(T-CA)
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