Fascismo controrivoluzione imperfetta movimento al servizio del capitale o primo esperimento di compromesso storico?
Autore/i | Domenico Settembrini | ||
Editore | Sansoni Editore | Luogo | Firenze |
Anno | 1978 | Pagine | 358 |
Dimensioni | 15x23 (cm) | Illustrazioni | non illustrato - not illustrated |
Legatura | bross. ill. - paperback | Conservazione | Usato ottime condizioni - used very good |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 800 (gr) |
ISBN | N/D - N/A | EAN-13 | N/D - N/A |
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Prima edizione 1978.
Oggi, il fallimento del collettivismo e la necessità di ripensare il socialismo ab imis sono verità riconosciute dagli stessi partiti che al socialismo si ri-chiamano. Perdura tuttavia il rifiuto di riconoscere nell'esperienza del fascismo italiano un fenomeno che scaturisce da questo fallimento - e che rientra perciò a pieno titolo nella storia delle metamorfosi a cui è andata e andrà ancora incontro l'idea socialista - anche se le origini social-rivolu- zionarie di Mussolini e di buona parte del fascismo intransigente sono note. Togliatti ha definito con molta acutezza il fascismo un « regime reazionario di massa», dove è evidente che la qualificazione ' di massa " toglie all'aggettivo il suo significato tradizionale. Dire che il fascismo è « reazionario di massa». equivale in un certo senso a dire che è « reazionario di sinistra »; il fascismo appartiene insomma, se il giudizio di Togliatti ha un senso, a quella stessa tradizione democratico-totalitaria di cui il comunismo intende rappresentare la perfezione e il culmine.
Quale allora la collocazione reciproca di fascismo e comunismo, sia nella storia d'Italia che in generale? L'analisi comparata degli sviluppi ideologici di Mussolini, Lenin e Gramsci e della principale letteratura critica sul fascismo e sul comunismo dimostra la sostanziale validità del giudizio icastico formulato da Victor Smirnov: « Il comunismo è un fascismo estremista, il fascismo è un comunismo moderato». Questa verità è stata intuita più spesso proprio da politici e studiosi marxisti, anche se, per ovvi motivi, la storiografia comunista ha sempre cercato di soffocarla.
In seguito al diffondersi della consapevolezza di ciò che è stato lo stalinismo e di cosa sarebbe stato un regime collettivista in Italia, la situazione è diventata addirittura paradossale. Mettere in luce come il fascismo in realtà sia stato una variante del comunismo, significherebbe nel confronto far risaltare come la variante, proprio per il compromesso a cui scese con le istituzioni e con il capitalismo, sia stata assai meno perniciosa del comunismo. Giungere insomma alla conclusione che il fascismo è meno 'reazionario di sinistra' (o ' di massa") di quanto non sia la sua matrice originaria, il co-munismo. Non a caso, infatti, molti sono i fascisti ' di sinistra ' confluiti dopo la guerra nel Pci, mossi dalla convinzione, rivelatasi anch'essa illusoria, che questo partito volesse e sapesse portare a fondo la sovversione del capitalismo liberale, dal regime invece lasciata a mezzo, per sopraggiunto 'imborghesimento' dei suoi quadri dirigenti.
Domenico Settembrini
Note alle condizioni del volume
Usato ottime condizioni, lievissimi segni del tempo. (T-CA)
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