Francesco Filelfo e il 'Codice Sforza' della Biblioteca Reale di Torino
Autore/i | Luigi Firpo | ||
Editore | UTET | Luogo | Torino |
Anno | 1967 | Pagine | 152 |
Dimensioni | 18x25 (cm) | Illustrazioni | ill. colori n.t. - colors ills |
Legatura | cart. edit. - Hardcover | Conservazione | Usato ottime condizioni - used very good |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1000 (gr) |
ISBN | N/D - N/A | EAN-13 | N/D - N/A |
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(Strenna Utet).
Nella Strenna per il 1967 Utet propone prima ancora che alla lettura, alla contemplazione visiva, un piccolo, prezioso documento della più raffinata civiltà del Rinascimento italiano. Si tratta della riproduzione integrale e fedelissima, smagliante di colori, di um codicetto sforzesco miniato della Biblioteca Reale di Torino. Vergato in Cremona nel 1467, decorato da fregi policromi, da stemmi, da imprese, da vignette di battaglie, da fimissimi ritratti, questo quaderno pergamenaceo conserva la bella copia autografa delle esercitazioni scolastiche di Ludovico il Moro appena quindicenne, condotte sotto la guida di Francesco Filelfo in forma di commento della inedita Retorica ad Herennium. Documento di una civiltà signorile e cortigiama ricercata e fastosa, irto di simboli araldici che sembrano voler nobilitare la fresca dinastia del condottiero plebeo conquistatore del ducato di Milano, testimonianza di una scuola umanistica ormai sdegnosa dei compendi medievali e impegnata nell'affrontare direttamente i testi del mondo classico, il « Codice Sforza» interessa la storia dell'arte e quella del costume, non meno che lo studio dell'umanesimo in generale e della sua rinnovata pedagogia in particolare. Seguono alla riproduzione, la trascrizione e il commento del testo inedito; una larga illustrazione storico-iconografica del contenuto; infine la pubblicazione critica delle tre lettere senili, nelle quali il Filelfo fissò, a beneficio di rampolli coronati, i canoni della sua lunga pratica di educatore. Ne emerge con singolari tratti la figura di quest'uomo aggressivo, avido, opportunista, ma ricco di curiosità intellettuali e infaticabilmente operoso, che per un quarantennio fu al centro della vita culturale milanese e si accampò - discusso, battagliero, irriducibile - fra i protagonisti del nostro Quattrocento letterario.
Note alle condizioni del volume
Bruniture del tempo. (T-CA)
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