Gianfranco Ferré Disegni
Autore/i | AA.VV. | ||
Editore | Skira | Luogo | Milano |
Anno | 2010 | Pagine | 456 |
Dimensioni | 17x30 (cm) | Illustrazioni | 377 tav. colori n.t. - colors ills |
Legatura | bross. ill. a colori con alette - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano/Inglese - Italian/English text | Peso | 1500 (gr) |
ISBN | 8857209334 | EAN-13 | 9788857209333 |
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progetto editoriale di Rita Airaghi
direzione artistica di Luca Stoppini
testi di Rita Airaghi e Giusi Ferré
Dagli appunti di Gianfranco Ferré: “Disegnare, per me, significa gettare sulla carta un’idea spontanea per poter poi analizzare, controllare, verificare, pulire, riducendo gli elementi di base a linee sintetiche e precise, innestate su diagonali e parallele e racchiuse dentro forme e figure geometriche … da stilista e architetto concepisco la moda come design”. E dalla formazione di architetto Gianfranco Ferré trae il suo metodo, che proprio nel disegno ha il suo fulcro, il suo momento fondante, il suo modo di dare una forma alle idee, concretezza a un’intuizione, “fermare le impressioni e dar loro un abbozzo di consistenza”: il disegno quindi come “necessità e passione insieme, punto d’arrivo nella dimensione della realtà e insieme punto di partenza per un progetto”. Il libro dei disegni di Ferré vuole dunque ricostruire un percorso intellettuale, l’evoluzione di un mondo interiore di ricerca, di lettura, di sintesi culturale e stilistica, che resti come testimonianza e spunto di riflessione: disegno come espressione di libertà e rigore, di creatività e metodo, ma allo stesso tempo strumento di lavoro, esercizio quotidiano, habitus mentale, approccio concreto. Soprattutto, metodo di lavoro. Se, infatti, per Ferré creare un abito significa attuare un processo di costruzione formale attraverso l’elaborazione di semplici forme geometriche in strutture complesse e sviluppate nella tridimensionalità, il primo, necessario, passaggio nel processo di elaborazione è la “definizione” delle forme stesse attraverso un bozzetto. La sua incessante capacità inventiva diventa segno, nelle incredibili silhouette che evocano con pochi tratti decisi a pennarello una figura dinamica, spesso fissata da tracce di matita, da bagliori di luci e d’oro resi anche con la carta stagnola o con uno spolverio di brillantini, o che creano abiti come macchie di colore, come intrecci calligrafici, esplosione di linee, o sintesi di un dettaglio di incredibile resa materica. Colpisce proprio questa peculiarità di Ferré: anche in un’immagine di sintesi si evidenzia sempre la precisione del dettaglio. Tutto il suo universo si condensa dunque in uno schizzo veloce, tracciato per lo più a matita: pochi tratti, precisi e sintetici, una silhouette fissata nei suoi punti essenziali – le spalle, la vita, le gambe – che si allungano sul foglio. Sono solo poche linee, ma è già una figura. L’altra peculiarità di Ferré è la capacità di sintesi. Non un abito immobile sulla gruccia ma vivo, con l’animazione che danno il passo e il movimento. Poche linee che in una fase immediatamente successiva si sviluppano secondo i principi della geometria in un disegno tecnico, nel quale le forme e i particolari dell’abito vengono ridotti e analizzati in termini elementari, le misure e le proporzioni assumono contorni definiti, perché tutto possa essere letto e compreso. Anche da chi, con la moda, ha poca o nessuna confidenza, ma sa apprezzare l’arte del tratto e l’inesauribile capacità creativa di una mente.
Note alle condizioni del volume
Nessuna. (T-CA)
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