Giovanni Antonio Burrini (1656-1727)
Autore/i | Riccomini Eugenio | ||
Editore | TipoArte | Luogo | Ozzano Emilia |
Anno | 1999 | Pagine | VIII+278 |
Dimensioni | 21x29 (cm) | Illustrazioni | 127 ill. b/n num. n.t. e 16 a colori num. n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | bross. ill. colori - paperback illustrated | Conservazione | Usato buone condizioni- Used Good |
Lingua | Italiano - Italian Text | Peso | 1300 (gr) |
ISBN | N/D - N/A | EAN-13 | N/D - N/A |
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(Pittori d'Italia. Collana a cura di Milena Naldi e Marco Riccomini. 2)
Dopo una formazione artistica svolta come allievo di Domenico Maria Canuti, iniziò a lavorare sotto la direzione di Lorenzo Pasinelli. Ben presto strinse amicizia e collaborazione con Giuseppe Maria Crespi, con il quale condivise uno studio.
Divenne uno degli artefici del rinnovamento della pittura della sua città, riuscendo nel tentativo di liberarla dalla tradizione accademica reniana, grazie all'introduzione degli elementi della corrente barocca. Negli affreschi di villa Albergati a Zola Predosa eseguiti tra il 1681 e il 1685, Burrini si lasciò influenzare dagli spunti decorativi di Luca Giordano presentati al palazzo Riccardi di Firenze. La stessa fonte di ispirazione guidò il pittore nella realizzazione della pala di Monghidoro con l' Immacolata fra i Santi Petronio e Dionigi. Il Davide in S.Salvatore e gli affreschi a sfondo mitologico in palazzo Alamandini-Pini realizzati nel 1690, pur dando l'impressione di contrapporsi al revival neoguercinesco ed alla ricerca di una visione più naturale, portarono l'artista alla ricerca di ripetere idee e temi decorativi della prima fase dell'artista, come accadde nel Martirio di S.Caterina. Divenne un rivale di Sebastiano Ricci. Dipinse a Torino per la famiglia Carignano e Novellara. Nel 1709, è stato uno dei membri fondatori della Accademia Clementina di Bologna.
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