Giovanni Boldini 1842-1931 Catalogo ragionato
Autore/i | Piero Dini, Francesca Dini | ||
Editore | Umberto Allemandi | Luogo | Torino |
Anno | 2003 | Pagine | tot. 1390 |
Dimensioni | 25x35 (cm) | Illustrazioni | tot. 1652 ill e tav b/n e colori |
Legatura | cart. edit. sovracc. ill. e cofanetto | Conservazione | nuovo |
Lingua | italiano | Peso | 12000 (gr) |
ISBN | 8842210730 | EAN-13 | 9788842210733 |
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(Archivi dell'Ottocento. Collana diretta da Giuseppe Luigi Marini).
Vol. I: La vita e l'iter artistico
pagine: 347, 112 tavv. col. num. f.t., ill. e tavv. b/n col.
Vol. II: L'epistolario
pagine: 349, 153 ill. b/n num. n.t.
Vol. III.1/III.2: Catalogo ragionato della pittura a olio con un'ampia selezione di pastelli, acquerelli e disegni
pagine: 694, 1387 ill. b/n num. n.t.
Giovanni Boldini (1842-1931) fu uno dei pittori più noti e "alla moda" del suo tempo. Il suo nome viene associato alle grandi tele che ritraggono donne bellissime in abiti spumeggianti, quadri gioiosi e pieni di fascino. Tali dipinti sono il risultato e insieme la testimonianza del modo di vivere dell'élite parigina verso la fine del XIX secolo, di una società che viveva un'irripetibile stagione di benessere e raffinatezza. L'aspetto celebre di Boldini è certo questo. E potrebbe apparire insolita una lettura dell'artista atta a farne un artefice d'innovazioni rilevanti, o un precursore degli umori delle avanguardie. Ma tuttavia, da un'analisi poco più approfondita della sua vita e della sua pittura, si possono ritenere idonee tali valutazioni. In primo luogo Boldini compì un itinerario formativo segnato soprattutto dal confronto con artisti che agli inizi, per ragioni geografiche e culturali, erano molto lontani da lui. Un confronto che portò l'artista ad un rinnovamento e ad una precisa caratterizzazione stilistica. Da questi cambiamenti individuali nacque una serie di tratti e di atteggiamenti stilistici nuovi, che possono essere interpretati come una vera e propria svolta per l'epoca. Boldini era figlio di un pittore localmente piuttosto stimato, ma nonostante ciò l'epoca in cui si era trovato a crescere e la sua terra d'origine, la bassa padana, non erano le più favorevoli ad assecondare le inclinazioni di chi aspirasse ad una carriera artistica di più ampio respiro. Fondamentale fu quindi l'esperienza dei viaggi prima, e poi la decisione di stabilirsi a Parigi dopo essere già stato apprezzato a Londra. Cambiamenti ci furono negli aspetti più "tecnici" della pittura di Boldini, che abbandonava allora le regole codificate e un po' polverose che ne avevano imbrigliato i primi passi. Scopre nuovi slanci insieme alle luci ed alla leggerezza dell'impressionismo, per le quali aveva cominciato a scoprire l'entusiasmo nel periodo in cui, ancora in Italia, frequentava la cerchia dei Macchiaioli. Dà quindi libero sfogo ad un tratto sciabolante e vorticoso, ed usa anche con maggiore audacia i colori. Un cambiamento di rilievo si registra nella resa finale dei ritratti rispetto all'impostazione tradizionale dei più classici ritratti ottocenteschi. I personaggi dell'alta società parigina immortalati da Boldoni, donne eleganti, gentiluomini, ragazzi, lasciano trasparire un modo di porsi, un'aria travolgente, in una realtà contemporanea in rapidissima evoluzione. Tale evoluzione si ritrovava in ogni ambito della società, e, com'è noto, quello artistico aveva fermenti tra i maggiori; Boldini, almeno in apparenza, rimaneva fermo nel ruolo un po' frivolo del ritrattista in gran voga. Le influenze che precedevano l'esplodere delle avanguardie storiche, non lo lasciavano invece indifferente, tanto che le sue pennellate rapide divennero parte di giochi dinamici e di magiche semplificazioni che sono ben riconoscibili nei disegni e negli acquerelli che presentano un Boldini più sommesso se contrapposto alla platearità ed all'effetto teatrale dei grandi dipinti. Nei lavori "minori" prevalgono paesaggi soffusi, malinconici o solari, elementi naturali, oggetti d'uso quotidiano, scorci domestici o d'atelier, semplici e nello stesso tempo pieni di mistero. Non si tratta però, anche se le differenze sono evidenti, di opere dissonanti da quelle celebri, delle quali possono costituire una sorta di ideale controcanto, con la medesima attenzione alle forme morbide e inconsuete ed agli effetti di quasi impercettibili tratti in movimento.
Gli autori:
Francesca Dini è nata a Montecatini Terme, ma vive a Firenze, dove è stata allieva di Mina Gregori e si è laureata in Storia dell'Arte con una tesi su Federico Zandomeneghi. Nel 1989 ha pubblicato il volume Federico Zandomeneghi. La vita e le opere (Il Torchio, Firenze) con il quale ha ottenuto la "menzione speciale" del XII Premio Letterario Castiglioncello. Ha collaborato alla realizzazione delle mostre montecatinesi (1986, 1987, 1988) e nel 1990 ha curato la rassegna promossa dal Comune di Rosignano Marittimo dal titolo "I Macchiaioli e la Scuola di Castiglioncello". Nel 1992 ha curato, con Dario Durbè e Piero Dini, la mostra "I Macchiaioli e l'America", allestita nel Palazzo Ducale di Genova. E' coautrice della monografia dedicata al pittore e scultore vigevanese Giovan Battista Garberini (Dolomia, Trento 1989) e nel 1990 ha contribuito al volume Angelo Torchi (Dolomia, Trento). Da alcuni anni, inoltre, partecipa alla realizzazione di mostre dedicate all'Ottocento e suoi contributi si rinvengono, tra gli altri, nei cataloghi Ottocento. Romanticism and Revolution in 19th Century Italian Painting (Centro Di, Firenze 1992) e Toulouse Lautrec, un artista moderno (Artificio, Firenze 1992). Nel 1996, per il Museo di Villa Mimbelli a Livorno ha curato con Ettore Spalletti la mostra "L'opera critica di Diego Martelli. Dai Macchiaioli agli Impressionisti". È autrice con il padre dei volumi Diego Martelli. Storia di un uomo e di un'epoca (Allemandi, Torino 1996) e Giovanni Fattori. Epistolario edito e inedito (Il Torchio, Firenze 1997). Nel 1997 ha fatto parte del comitato degli organizzatori scientifici della retrospettiva di Telemaco Signorini a Palazzo Pitti; nel 1998 ha curato la sezione dedicata a Federico Zandomeneghi nell'ambito della rassegna "Aria di Parigi nella pittura italiana dell'Ottocento" (Livorno). Nel 2000 ha pubblicato il primo quaderno di lavoro del Centro per l'Arte Diego Martelli di Castiglioncello (Arte e storia a Castiglioncello dall'epoca dei Macchiaioli al Novecento) che accompagna il percorso didattico permanente della struttura ideata per conto del comune di Rosignano Marittimo. Nel 2001 con Carlo Sisi ha curato la prima retrospettiva di Giuseppe Abbati (Castiglioncello, Castello Pasquini). Collabora al "Caffè Michelangiolo. Rivista di discussione" (Polistampa, Firenze) e a "Nuova Antologia" (Le Monnier, Firenze).
Piero Dini è nato a Montecatini Terme. Esperto e studioso di pittura dell'Ottocento, in particolare dei Macchiaioli, dei quali si interessa da oltre trent'anni, si è formato a fianco di Mario Borgiotti, con il quale ha intrattenuto un lungo e fraterno rapporto di collaborazione. Ha organizzato le prime mostre di pittura italiana dell'Ottocento a Montecatini nel 1963, e dal 1964 al i 968 a Roma, dove ha collaborato alle pagine culturali del "Popolo" e di "Arte figurativa". Collaboratore dei Catalogo Bolaffi a fianco di Enrico Piceni, dalla prima edizione (1964), e di Giuseppe Luigi Marini dalla sesta all'undicesima, lo è stato ancora di Marini per l'Annuario Allemandi il valore dei dipinti dell'Ottocento. A Milano ha avuto rapporti lunghi e continuativi con Enrico Piceni, approfondendo la conoscenza di pittori quali Boldini, De Nittis e Zandomeneghi, nonché dei maestri lombardo-veneti. In collaborazione con Dario Durbè ha organizzato la mostra dei Macchiaioli a Tokyo (1979) e ha allestito in Palazzo Strozzi "Contributo a Borrani" (Firenze 1981). Ha curato l'ordinamento rassegna "I Macchiaioli nelle collezioni pistoiesi" insieme a Lando Landini (Pistoia 1983) e nel 1984 ha allestito l'antologica di Giovanni Boldini (Pistoia, Convento di San Domenico). Nel 1986 ha curato l'esposizione "Dal CafFe Michelangiolo al Caffè Nouvelle Athènes. I Macchiaioli tra Firenze e Parigi", presentata prima a Montecatini, poi alla Mole Antonelliana di Torino. Successivamente ha curato l'antologica di Telemaco Signorini (Montecatini 1987) e la mostra dai tema "La donna e la moda nella pittura italiana dell'Ottocento" Montecatini 1987). Con la figlia Francesca ha allestito l'esposizione di Castiglioncello, dal titolo "l Macchiaioli e la Scuola di Castiglioncello" (1990) e nel 1992 con la figlia e Dario Durbè ha curato la mostra "I Macchiaioli e l'America" (Genova 1992). Suoi contributi si rinvengono nei cataloghi di importanti esposizioni internazionali, quali The Macchiaioli, painters of italian life (Frederick S. Wight Art Gallery, University of California, Los Angeles 1986), Landschaft im Licht (Das Museum, Colonia-Das Kunsthaus, Zurigo 1990), Ottocento. Romanticism and Revolution in 19th Century Italian Painting (Centro Di, Firenze 1992). Tra le sue pubblicazioni: Movimenti pittorici dell'Ottocento. I Macchiaioli e la scuola napoletana (Alfieri & Lacroix, Milano 1964), Lettere inedite dei Macchiaioli (Il Torchio, Firenze 1975), Diego Martelli (II Torchio, Firenze I978), Diego Martelli e gli Impressionisti (Il Torchio, Firenze 1979), Odoardo Borrani (II Torchio, Firenze 1981), Giovanni Fattori, lettere a Diego - lettere a Amalia (Il Torchio, Firenze 1983), Silvestro Lega. Gli anni di Piagentina (Allemandi, Torino 1984), Inediti di Giovanni Fattori (Allemandi, Torino 1987), Giuseppe Abbati, l'opera completa (Allemandi, Torino 1987) con il quale ha vinto II Premio Letterario Castiglioncello 1988; e ancora Boldini Macchiaiolo (Allensandi, Torino 1989), Giovan Battista Gamberini, pittore e scultore (Dolomia, Trento 1989) in collaborazione con la figlia Francesca, De Nittis, la vita, i documenti, le opere dipinte. (Allemandi, Torino 1990) in collaborazione con Giuseppe Marini, L'Arte di Angelo Torchi (Dolomia, Trento 1990) in collaborazione con Alberto Tabanelli. E' autore con la figlia Francesca dei volumi Diego Martelli. Storia di un uomo e di un'epoca (Allemandi, Torino 1996) e Giovanni Fattori. Epistolario edito e inedito (Il Torchio, Firenze 1997). Nel 1996 ha curato la mostra documentaria di Castiglioncello "Diego Martelli l'amico dei Macchiaioli e degli impressionisti" (Il Torchio, Firenze) e nel 2001 ha contribuito al catalogo della retrospettiva di Giuseppe Abbati (Allemandi, Torino).
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