Granet Roma e Parigi la Natura Romantica
Autore/i | a cura di Anna Ottani Cavina | ||
Editore | Electa | Luogo | Milano |
Anno | 2009 | Pagine | 130 |
Dimensioni | 21x26 (cm) | Illustrazioni | 107 ill. a colori e b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | bross. ill. a colori con alette - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1000 (gr) |
ISBN | 8837069006 | EAN-13 | 9788837069001 |
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Roma, Villa Medici Accademia di Francia, 1 aprile - 24 maggio 2009.
Con la collaborazione di Marc Bayard e Bernard Terlay.
L'Accademia di Francia rende omaggio al pittore francese Francois-Marius Granet con una mostra che comprende circa cento opere (divise tra oli su tela e acquerelli) dipinte dall'artista nel corso della sua carriera.
Noto come il "pittore dei Cappuccini" per aver realizzato la celeberrima opera "Il coro dei Cappuccini" Granet, influenzato dalla tradizione fiamminga e olandese, ha sicuramente il merito di aver interpretato in modo romantico la religiosità, mostrando un approccio particolarmente sensibile nel dipingere l'oscurità di chiese, chiostri, monasteri, cripte per esaltare al meglio la purezza della fede. Eppure, accanto a questo tracciato che lo colloca tra i cosiddetti "pittori di storia", l'artista ne segue parallelamente un altro, inaugurato durante il suo lungo soggiorno nella città eterna, dal 1802 al 1824: come un autentico flaneur, Granet scende in strada, nelle campagne, nei giardini, tra i monumenti di Roma, restituendo sulla tela ciò che i suoi occhi catturano attraverso la scelta di un tratto che dà spazio al colore e alla luce mentre sfugge la precisione delle forme. E, dopo il ritorno in Francia, questo processo di smaterializzazione si evolve: a partire dal 1824, infatti, l'artista dipinge la bellezza della natura, immortalando Parigi e Versailles in paesaggi che diventano sempre più lirici ed elegiaci, quasi senza materia. (T-CA)
L'Accademia di Francia rende omaggio al pittore francese Francois-Marius Granet con una mostra che comprende circa cento opere (divise tra oli su tela e acquerelli) dipinte dall'artista nel corso della sua carriera.
Noto come il "pittore dei Cappuccini" per aver realizzato la celeberrima opera "Il coro dei Cappuccini" Granet, influenzato dalla tradizione fiamminga e olandese, ha sicuramente il merito di aver interpretato in modo romantico la religiosità, mostrando un approccio particolarmente sensibile nel dipingere l'oscurità di chiese, chiostri, monasteri, cripte per esaltare al meglio la purezza della fede. Eppure, accanto a questo tracciato che lo colloca tra i cosiddetti "pittori di storia", l'artista ne segue parallelamente un altro, inaugurato durante il suo lungo soggiorno nella città eterna, dal 1802 al 1824: come un autentico flaneur, Granet scende in strada, nelle campagne, nei giardini, tra i monumenti di Roma, restituendo sulla tela ciò che i suoi occhi catturano attraverso la scelta di un tratto che dà spazio al colore e alla luce mentre sfugge la precisione delle forme. E, dopo il ritorno in Francia, questo processo di smaterializzazione si evolve: a partire dal 1824, infatti, l'artista dipinge la bellezza della natura, immortalando Parigi e Versailles in paesaggi che diventano sempre più lirici ed elegiaci, quasi senza materia. (T-CA)
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