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I fratelli di Soledad lettere dal carcere di George Jackson

I fratelli di Soledad lettere dal carcere di George Jackson
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Giulio Einaudi Editore Torino
1971 XVI-284
16x22 (cm) non illustrato - not illustrated
brossura con sovracc ill. - paperback with dustjacket Usato ottime condizioni - used very good
Italiano - Italian text   600 (gr)
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(Saggi 473).

Accanto all' Autobiografia di Malcolm X, le lettere dal carcere di George Jackson sono il documento piú drammatico e sconvolgente che ci venga dall'inferno di una condizione umana, a conterma di come sia possibile conquistare, nello spazio ristretto delle celle dei piú duri penitenziari, una dignità e una coscienza rivoluzionaria che fanno dell'esperienza di Jackson un momento fondamentale nella lotta dei neri d'America.
Cresciuto nei ghetti di Chicago e di Los Angeles, Jackson venne arrestato nel 1960, a diciott'anni, al volante di una vettura rubata da un amico ad un benzinaio. Mal consigliato, fu indotto a riconoscersi colpevole con la promessa di una sentenza lieve. Fu condannato alla «pena del minimo di un anno», che espone ogni anno il prigioniero al giudizio insindacabile di una speciale commissione che può rinnovare automaticamente la pena e che da allora, lo ha sempre rinviato alla sua cella.
Che cosa sia, per un nero, essere esposto senza difesa al sadismo dei carcerieri, lo racconta chiaramente Jackson in queste lettere, sfuggite alla censura. Nel gennaio 1970 una guardia spara su un gruppo di prigionieri in rissa, e uccide tre neri: un Grand Jury la assolve per «legittima difesa». Mezz'ora dopo la notizia del verdetto, un'altra guardia viene trovata morente ai piedi di una scala. Del fatto vengono imputati Jackson e due altri detenuti neri, Fleeta Drumgo e John Cluchette, che da allora diventano noti come «i fratelli di Soledad».
La situazione precipita. Proprio per reclamare la liberazione dei Soledad brothers, un fratello minore di George, il diciassettenne Jonathan, penetra armato nel tribunale di San Rafael e prende in ostaggio il presidente della corte. Nella sparatoria che segue con la polizia, perde la vita. Angela Davis, accusata di avergli fornito le armi, è arrestata a New York.
Il 21 agosto 1971 Jackson cade assassinato dalle guardie di San Quentin: la polizia parla di un tentativo di evasione, la famiglia denuncia immediatamente una macabra messa in scena. Non era quello il primo tentativo di uccidere l'ex ladruncolo che in dieci anni di prigionia, di cui sette in segregazione, nel clima allucinante creato da provocazioni continue, era riuscito a diventare un autentico leader, attraverso la riflessione e lo studio inteso come arma di battaglia. Questa maturazione avviene sotto i nostri occhi, nella testimonianza eloquente delle lettere ai tamiliari, agli avvocati, ad Angela Davis, che oggi assumono il significato di un eccezionale testamento, umano e politico: «Non ho paura di morire, ma voglio avere l'occasione di battermi... La forza viene dalla conoscenza: sapere chi siamo, dove andiamo, che cosa vogliamo...
...Se consentiamo all'apparato fascista di sterminare i nostri fratelli, il sogno di arrivare in ultimo all'autodecisione e al controllo dei fattori che minacciano la nostra sopravvivenza morirà con essi, e le generazioni a venire ci malediranno e ci condanneranno per viltà irresponsabile... Non voglio crescere altri schiavi neri. Abbiamo un nemico deciso che ci accetterà soltanto sulla base padrone-schiavo. Quando mi ribello, lo schiavismo muore con me. Mi rifiuto di tramandarlo. I termini della mia esistenza sono basati su questo».

Indice

Premessa dell'editore inglese
I fratelli di Soledad
Autobiografia e lettere dal raggio O
Lettere 1964-70


Note alle condizioni del volume

Usato ottime condizioni, segni di uso e del tempo. (T-CA)

 
 
 

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