I Ligari Pittori del Settecento Lombardo
Autore/i | a cura di Simonetta Coppa, Eugenia Bianchi | ||
Editore | Skira | Luogo | Milano |
Anno | 2008 | Pagine | 288 |
Dimensioni | 24x29 (cm) | Illustrazioni | 89 ill. colori, 92 ill. b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | bross. ill. a colori con alette - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1900 (gr) |
ISBN | 8861306691 | EAN-13 | 9788861306691 |
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(Arte Antica Cataloghi).
Milano, Galleria Gruppo Credito Valtellinese e Museo Diocesano 12 aprile – 19 luglio 2008.
Sondrio, Galleria Credito Valtellinese, Palazzo Sertoli 14 maggio – 19 luglio 2008.
Il catalogo, realizzato in occasione della prestigiosa mostra organizzata nella duplice sede di Milano e Sondrio, illustra, attraverso un ricco apparato iconografico e testi di valenza scientifica, la produzione di Pietro Ligari e dei figli Cesare e Vittoria analizzandola anche in rapporto con il contesto ove essi hanno svolto la loro attività artistica.
I Ligari prendono nome dall’omonima contrada posta nel territorio comunale di Sondrio. Il capostipite, Giovan Pietro, detto appunto “il Ligari”, nasce da famiglia agiata nel 1686. Dodicenne viene mandato a studiare a Roma a bottega da Lazzaro Baldi, seguace di Pietro da Cortona. Da qui si trasferisce in diverse città dell’Italia centrale e a Venezia per stabilirsi poi a Milano e infine in Valtellina. La sua produzione, improntata ad una personale declinazione del classicismo arricchito da slanci coloristici, è presente in molte città e tocca tutti i temi del sacro (famosissimo il suo Battesimo della Principessa indiana), del ritratto e dei temi profani. Personalità eclettica, Pietro è anche architetto, progettista di arredi liturgici, agronomo ed anche inventore di originalissimi orologi.
Cesare, oltre che allievo del padre, fu a Venezia scolaro di Giambattista Pittoni e del Piazzetta. Tornato in patria lavorò per una committenza diversificata, religiosa e privata. La sua pittura non venne sempre apprezzata dai suoi conterranei, ancora legati al classicismo del padre. Così Cesare, importante artista del Settecento lombardo, finì i suoi giorni in povertà nel comasco dove cercava quella fortuna che la sua terra gli negava.
Legata al padre e poi al fratello, Vittoria, quando può agire in autonomia, offre prove di notevole livello, sia che si tratti di dipingere soavi Madonne sia quando le vengono commissionate grandi pale d’altare.
Alla produzione di Pietro e dei figli Cesare e Vittoria saranno affiancate opere di altri protagonisti del Settecento lombardo e veneto, ambiti nei quali operò la celebre famiglia di artisti valtellinesi.
Completano il volume gli itinerari sul territorio valtellinese e non solo, che condurranno il visitatore a scoprire e ammirare l’amplissima produzione ligariana ad affresco. (T-CA)
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