Il Teatro dell'Accademia degli Imperfetti e il contributo di Giovanni Fantoni Labindo alla realizzazione dello stesso
Autore/i | Loris Jacopo Bononi | ||
Editore | Accademia degli Imperfetti | Luogo | Massa Carrara |
Anno | 2018 | Pagine | 98 |
Dimensioni | 21x29 (cm) | Illustrazioni | ill. b/n n.t. - b/w ills. |
Legatura | bross. ill. - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 500 (gr) |
ISBN | N/D - N/A | EAN-13 | N/D - N/A |
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Celebrazioni Fantoniane 2005 - 2007
Edizione a tiratura limitata di 1000 copie non numerate.
Ripubblicato il prezioso volume sul Teatro degli Imperfetti di Fivizzano, edito nel 2005 dal prof. Loris Jacopo Bononi in occasione delle Celebrazioni Fantoniane e ristampato oggi in mille copie.
Il volume, dopo una breve introduzione del nipote del professore e vice presidente della fondazione Jacopo, ripercorre le vicende storiche del teatro che per un centinaio di anni ha accompagnato la vita culturale fivizzanese esssendo di proprietà degli accademici imperfetti fivizzanesi, fino almeno al terremoto del 1920 che rese inagibile l’edificio. Lo stesso poi fu abbattuto nel 1939 e trasformato in cinema, perdendo le caratteristiche originali che gli furono impresse da un grande architetto dell’epoca ossia Paolo Bargigli, coinvolto nel progetto dal poeta Giovanni Fantoni Labindo pochi anni prima della sua scomparsa, non riuscendo il medesimo a vederlo finito data la sua prematura scomparsa nel 1807. Il teatro fu inaugurato difatti nel 1810 e il prof. Loris Jacopo Bononi attinge ad una ampia documentazione storica e bibliografica, nonché ad una cospicua serie di lettere originali per testimoniare sopratutto il sentito interessamento di Labindo alla realizzazione del teatro. Sono presenti importanti documenti, riprodotti alla fine del volume, a sostegno del valore scientifico della ricostruzione puntigliosa e competente che fa delle vicende narrate il prof. Bononi, secondo quella sua particolare formazione scientifica che ritroviamo in ogni pagina del saggio.
Una preziosa immagine chiude il volume, in essa si vede in modo chiaro ed inequivocabile quale fosse l’ingresso del teatro, completamente diverso da quello in stile fascista del cinema ricostruito successivamente e poi abbandonato a sé stesso negli anni ottanta del secolo scorso. All’interno del volume si dà testimonianza delle attività teatrali e culturali svoltesi nel corso del secolo in cui il teatro rimase aperto e funzionante e teatro che possiamo definire, senza tema di smentita, il fulcro della vita sociale e culturale cittadina. (T-CA)
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