L'arte muraria italiana I costruttori, gli ingegneri e gli architetti
Autore/i | Giuseppe Coccolini | ||
Editore | Re Enzo Editrice | Luogo | Bologna |
Anno | 2002 | Pagine | 238 |
Dimensioni | 24x35 (cm) | Illustrazioni | 120 ill. colori - colors ills |
Legatura | Cart. edit. ill. | Conservazione | Usato buone condizioni- Used Good |
Lingua | Italiano - Italian Text | Peso | 2000 (gr) |
ISBN | N/D - N/A | EAN-13 | N/D - N/A |
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Prefazione di Piero Pozzati, Ezio Raimondi.
«L'opera - racconta l'ingegner Coccolini - procede su due binari: alla storia dell'arte muraria si accompagna quella dell'umanità. Ed emergono particolari interessanti: anzitutto si scopre che la motivazione primaria per la nascita di quest'arte (9000 anni fa) fu religiosa; solo i Romani iniziarono a costruire "per l'uomo". Poi vennero i barbari, che fecero arretrare la cultura romana di 8 secoli. In particolare ricordiamo in Italia i Longobardi: essi ancora costruivano in legno, ma quando scoprirono che le "tribù comacine" (abitanti tra Como, Milano e Lugano) sapevano costruire in pietra (avevano appreso infatti l'arte dai benedettini, i primi progettisti in Europa) le affrancarono, per tale merito, dalla schiavitù. I "maestri comacini" costruirono migliaia di chiese e di abbazie in Europa, per almeno due secoli e furono sostituiti, con l'avvento dei Comuni, dalla Compagnia dei muratori». «Quella del muratore è un'arte - continua l'ingegner Coccolini - Adesso purtroppo i muratori non ci sono più, ci sono gli "addetti all'edilizia"; e non esiste più la "promozione sul campo" da garzone a manovale e da manovale a maestro. Ricordo che fino all'ultima guerra si svolgeva in cantiere la cerimonia della "cappella" per il passaggio da manovale a "mastro muratore": il capomastro consegnava al manovale "promosso" il grembiule lungo di canapa da muratore e da quel momento gli dava del "voi". Poi c'era quella che a Bologna si chiamava la "bandiga", la cerimonia di fine lavori, con la presenza del prete che benediceva l'opera compiuta. Tradizioni che avevano significati importanti e che non vanno dimenticate».
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