La forza del bello L'arte greca conquista l'Italia
Autore/i | a cura di Maria Luisa Catoni | ||
Editore | Skira | Luogo | Milano |
Anno | 2008 | Pagine | 368 |
Dimensioni | 25x29 (cm) | Illustrazioni | 218 ill. a colori, 126 ill. b/n n.t. - colour and b/w ills |
Legatura | bross.ill colori con alette - paperback illustrated | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian Text | Peso | 2500 (gr) |
ISBN | 8861307809 | EAN-13 | 9788861307803 |
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(Arte Antica Cataloghi).
Mantova, Palazzo Te, 29 marzo - 6 luglio 2008.
I volume, che accompagna la nuova esposizione di Palazzo Te a Mantova, si propone di illustrare, attraverso una selezione di capolavori, una storia molto particolare (e di centrale importanza) nella millenaria vicenda di contatti e scambi che forma la trama delle culture artistiche del Mediterraneo: la storia della presenza dell'arte greca sul suolo italiano.
Il percorso individua tre fasi successive; nella prima (VII-II secolo a.C.), l'arte greca prodotta nelle città dell'Italia meridionale e della Sicilia s'intreccia con quella prodotta in Grecia e importata da altri popoli della penisola profondamente sedotti dall'arte ellenica: gli Etruschi prima e più tardi i Romani. A Roma è dedicata la seconda parte del volume (III sec. a.C. IV sec. d.C.): i Romani non solo saccheggiarono e raccolsero opere d'arte greca, ma attrassero artisti greci a lavorare per loro in Italia, e delle opere più celebrate vollero copie "in serie", a ornare case, palestre e giardini.
Questa “moltiplicazione” dell’arte greca, e l’eco duratura che essa lasciò nelle opere degli scrittori romani, ne ha assicurato la fama e ha formato come la trama di fondo per la sua ricerca e riscoperta dal Medioevo all’Ottocento, che è il tema della terza parte della mostra. A un’idea quasi favolistica dell’arte greca perduta viene affiancandosi dal Quattrocento in poi l’importazione di sculture dalla Grecia; rinasce il collezionismo di scultura antica, e nell’assiduo tentativo di ricostruire l’antica narrazione storica dell’arte si impara a distinguere gli originali dalle copie, mentre dal suolo d’Italia spuntano nuovi originali greci. (T-CA)
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