La Miniatura Bizantina I Manoscritti miniati e la loro diffusione
Autore/i | Axinia Dzurova | ||
Editore | Jaca Books | Luogo | Milano |
Anno | 2001 | Pagine | 296 |
Dimensioni | 24X31 (cm) | Illustrazioni | Num. Ill. Col. E B/N n.t. |
Legatura | cart. edit. con sovracc. ill. a colori | Conservazione | |
Lingua | Peso | 2100 (gr) | |
ISBN | 8816602570 | EAN-13 | 9788816602571 |
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Il Libro bizantino rappresenta la mentalità bizantina, che è identica per l’imperatore , il copista o il laico. La raccolta di libri, il restauro dei manoscritti danneggiati, la copia, la lettura, il loro uso a scopo liturgico, sono altrettanti processi legati alla legittimazione culturale della civiltà bizantina. Per un bizantino, commissionare o copiare un libro è sempre stato considerato un mezzo di salvezza spirituale. In questo senso il manoscritto miniato assume, per chi lo commissiona o lo offre, lo stesso valore dell’icona o dell’affresco. Esso ha cioè le stesse proprietà carismatiche delle sacre immagini, delle icone o degli affreschi.
Addirittura, nei casi in cui il manoscritto sia inaccessibile per la maggior parte dei laici, questi ultimi vengono a contatto con esso attraverso la liturgia quotidiana, il fedele entra in comunione col libro attraverso la lettura, i canti religiosi, come attraverso i gesti dei sacerdoti che celebrano l’ufficio divino; la comunione dell’uomo con Dio, la sua salvezza sono impensabili senza il contatto quotidiano coi manoscritti. Quest’idea che si sprigiona dal codice, visto dai Bizantini come il corpo del Logos, conferisce al libro una fascinazione mistica e spiega il desiderio di possederlo. La cosa vale in particolare per i luossuosissimi codici miniati che venivano offerti ai sovrani occidentali ed orientali.
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