Luigi Crespi Ritrattista nell'età di papa Lambertini
Autore/i | Mark Gregory D'Apuzzo, Irene Graziani | ||
Editore | Silvana Editoriale | Luogo | Milano |
Anno | 2017 | Pagine | 144 |
Dimensioni | 17x24 (cm) | Illustrazioni | 80 ill. colori e b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | bross. ill. colori con alette - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 700 (gr) |
ISBN | 8836637922 | EAN-13 | 9788836637928 |
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(Biblioteca d'arte Silvana 55).
Bologna, Museo Davia Bargellini, 15 settembre - 3 dicembre 2017.
Noto soprattutto per essere stato l’autore del terzo tomo della Felsina Pittrice (1769), il bolognese Luigi Crespi (1708-1779), figlio del grande Giuseppe Maria, unisce alla carriera di storiografo quella di pittore.
Nell’età di Prospero Lambertini, vescovo di Bologna dal 1731 e in seguito papa con il titolo di Benedetto XIV (1740-1758), Crespi junior diviene in città ritrattista di grido, riuscendo a interpretare le esigenze di una committenza aristocratica che desidera presentarsi esibendo i modi disinvolti ed eleganti della ‘civiltà della conversazione’. Protagonisti delle sue tele sono dunque dame e cavalieri, briosi e spigliati, dipinti in “ottimo gusto”, in un “bello stile oltremontano” (Zanotti), che viene ulteriormente messo a punto dal pittore a seguito di un soggiorno nell’Europa cosmopolita delle corti di Vienna e Dresda, compiuto nel 1752.
Ma il “particolare dono di ritrarre le fisionomie” (Oretti), riconosciutogli dalla critica coeva, lo conduce anche a dare voce ai valori della più sana borghesia, votata al lavoro, produttiva e ingegnosa, individuata nella pastorale di Lambertini come parte essenziale del proprio progetto di riforma. (T-CA)
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