Marcello Muccini 1926-1978Una ritrovata presenza
Autore/i | AA.VV. | ||
Editore | Comune di Cesena | Luogo | Cesena |
Anno | 1997 | Pagine | 126 |
Dimensioni | 21X25 (cm) | Illustrazioni | ill. a colori e b/n n.t. |
Legatura | bross. | Conservazione | |
Lingua | Peso | 900 (gr) | |
ISBN | N/D | EAN-13 | N/D |
momentaneamente non disponibile
Cesena, Galleria Comunale d'Arte, Bibilioteca Malatestiana, 28 giugno - 31
agosto 1997.
Autodidatta, inizia a dipingere fin da giovanissimo. Nel 1945, assieme ad altri coetanei incontrati al Liceo Artistico Giulio Cesare (tra gli altri, Dorazio, Perilli, Vespignani), dà vita al G.A.S. (Gruppo Arte Sociale), e dopo breve fonda il Gruppo di Portonaccio. Risalgono a questo periodo i primi contatti con gli esponenti neorealisti cesenati ed in particolare l’inizio del lungo sodalizio con Alberto Sughi. Durante uno dei suoi soggiorni fiorentini è al suo fianco il giovane cesenate Osvaldo Piraccini. Negli anni successivi sono frequenti i contatti con l’ambiente artistico romagnolo ed i soggiorni a Cesena e dintorni. A partire dal 1948 avvia un’intensa attività espositiva (nel ’49 vince il ‘Premio Saint Vincent’, tra il ’50 ed il ’54 è presente alla Biennale veneziana, ed allestisce numerose ‘personali’ a Roma). Nel 1959 si tiene alla Galleria Elmo una mostra dal titolo Vedute romane di Marcello Muccini. Nel ’60, l’artista è presente alla ottava Quadriennale romana. Segue un lungo periodo di straordinario fervore creativo - fin verso i primi anni Settanta - segnato anche da una fittissima serie di impegni espositivi a Roma ed in molte altre città italiane ed europee. Partita nel solco dell’arte sociale, la pittura di Muccini si distingue inizialmente per le dominanti tendenze di stretto realismo e di vago espressionismo. E’ presente in tutta l’opera dell’artista una valenza critica della realtà contingente, che tuttavia viene interpretata con affettuosa partecipazione e a tratti con manifesto disincanto. (T-CA)
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