Mattia Corvino e Firenze Arte e umanesimo alla corte del re di Ungheria
Autore/i | a cura di Magnolia Scudieri, Lia Brunori, Péter Farbaky, Dániel Pócs | ||
Editore | Gruppo Editoriale Giunti | Luogo | Firenze |
Anno | 2013 | Pagine | 360 |
Dimensioni | 21x29 (cm) | Illustrazioni | ill. e tavv. b/n e colori n.t. |
Legatura | brossura con bandelle | Conservazione | nuovo |
Lingua | italiano | Peso | 1700 (gr) |
ISBN | 8809787501 | EAN-13 | 9788809787506 |
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Firenze, Museo di San Marco, Biblioteca di Michelozzo, 10 ottobre 2013 - 6 gennaio 2014.
Nel 2008 il Museo Storico di Budapest ha organizzato a Budapest una grande mostra per il 550° anniversario dell'inizio del regno di Mattia Corvino in Ungheria, che ha aperto, insieme ad altre esposizioni in diverse sedi museali di quella città, nuove e stimolanti prospettive di conoscenza sui rapporti intercorsi tra l'Ungheria e l'Italia già a partire dal Trecento e sulla diffusione dell'Umanesimo in terra ungherese. E' nata così l'idea di realizzare a Firenze nel 2013, in cui si celebra l'anno ungherese in Italia, una mostra che sviluppasse il tema del rapporto privilegiato che re Mattia Corvino ebbe con Firenze, con i suoi artisti, i suoi miniatori e tutta la cerchia culturale che gravitava intorno a Lorenzo de' Medici. L'idea è diventata un progetto elaborato congiuntamente da studiosi ungheresi e fiorentini, quali Péter Farbaky, storico dell'arte e vicedirettore del Museo Storico di Budapest, Dániel Pócs, storico dell'arte dell'Istituto di Storia dell'Arte dell'Accademia della Scienza, Eniko Spekner storico e András Végh archeologo, entrambi del Museo Storico di Budapest e di Magnolia Scudieri e Lia Brunori, rispettivamente direttore e vicedirettore del Museo di San Marco, prescelto come sede della mostra. La scelta di San Marco non è casuale, dato il ruolo ricoperto nello sviluppo della cultura umanistica dalla Biblioteca domenicana, nel cui ambiente monumentale la mostra è allestita. Costruita per volere di Cosimo de' Medici nel 1444 e arricchita della straordinaria raccolta di testi appartenuti all'umanista Niccolò Niccoli, fu la prima biblioteca ''pubblica'' del Rinascimento, dove, in epoca laurenziana, si incontravano personaggi come Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e altri. L'obiettivo della mostra consiste nel tentativo di ricostruire alcuni contatti determinanti per le scelte culturali e artistiche condotte dalla corte ungherese. Di conseguenza, vengono tratteggiate le tendenze del gusto del re, mettendole in rapporto con lo scenario fiorentino a lui contemporaneo, e individuate le possibili influenze esercitate da Lorenzo il Magnifico e dalla cerchia di intellettuali e artisti che gravitava intorno a lui, confrontando alcune realtà parallele. A tal fine una speciale attenzione è dedicata alle biblioteche di Mattia Corvino e di Lorenzo de' Medici, e quindi un particolare spazio viene dato all'esposizione di preziosi codici miniati commissionati da Mattia Corvino per la sua biblioteca, oggi dispersa. Alcuni di questi manoscritti, rimasti a Firenze incompiuti alla morte di Mattia, furono in seguito acquisiti dai Medici. Attraverso opere di varia tipologia - pittura, scultura, ceramica, miniatura conservate in vari musei di Europa e di Oltreoceano, la mostra vuole dimostrare come l'umanesimo ungherese affondi le sue radici in Italia, e come, in ambito artistico, sia stata determinante la diffusione dello stile rinascimentale fiorentino. Un'eredità culturale rimasta fino ad oggi alla base della cultura ungherese. (T-CA)
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