Pintoricchio a Roma La seduzione dell'antico
Autore/i | Claudia La Malfa | ||
Editore | Silvana Editoriale | Luogo | Milano |
Anno | 2009 | Pagine | 168 |
Dimensioni | 24x29 (cm) | Illustrazioni | 80 ill. a colori, 20 ill. b/n n.t. - colour and b/w ills |
Legatura | bross.ill colori con alette - paperback illustrated | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1200 (gr) |
ISBN | 8836612040 | EAN-13 | 9788836612048 |
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Presentazione di Francesco Buranelli.
Sulla scia del fervore di studi compiuti in occasione del 550° anniversario della nascita di Pintoricchio, viene edito questo volume monografico di Claudia la Malfa, promosso dal Comitato Nazionale per le celebrazioni dell’insigne pittore, con cui la studiosa presenta analiticamente alcuni interessanti spunti emersi nel corso delle sue lunghe ricerche, e solo anticipati nel catalogo della mostra del 2008.
Il tema indagato è quello dell’attività romana di Pintoricchio nel corso di un trentennio – dagli ultimi venti anni del Quattrocento alla prima decade del Cinquecento – con l’attenzione rivolta, in particolare, ad alcuni dei più importanti cicli pittorici realizzati per i pontefici e per alcuni eminenti rappresentanti della Curia.
Viene messo in una nuova, più evidente luce il “tenue gigantismo” che caratterizzò i capolavori di Pintoricchio a Roma, e l’influsso da lui esercitato nel formarsi di uno stile particolarissimo per la decorazione delle pareti dipinte, in cui la chiave fu la capacità di formulare un linguaggio nuovo, rielaborato dai prototipi della pittura di epoca classica.
Il volume offre, inoltre, nuovi spunti di discussione riguardo a problemi ancora irrisolti circa l’attività di Pintoricchio a Roma, quali l’inserimento nell’ambiente della corte di Sisto IV, l’ipotesi della collaborazione con Perugino nella decorazione della Cappella Sistina, il ruolo di pittore di corte sotto il pontificato di Innocenzo VIII e Alessandro VI. Una lettura attraverso cui l’autrice supera brillantemente il cosiddetto “paradosso di Vasari”, il perfido giudizio con cui lo scrittore delle Vite annullò il ricordo stesso della considerazione di cui Pintoricchio aveva goduto presso gli artisti suoi contemporanei e il successo riscosso, offuscandone per molti secoli la fama (T-CA)
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