SuperWarhol
Autore/i | Germano Celant | ||
Editore | Skira | Luogo | Milano |
Anno | 2003 | Pagine | 552 |
Dimensioni | 30x30 (cm) | Illustrazioni | 490 ill. colori, 36 ill. b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | cart. edit. con sovracc. ill. colori - Hardcover with dustjacket | Conservazione | Usato ottime condizioni - used very good |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 4500 (gr) |
ISBN | 8884916356 | EAN-13 | 9788884916358 |
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(Arte ontemporanea Cataloghi).
Montecarlo, Grimaldi Forum, 16 luglio - 31 agosto 2003.
Un omaggio ad Andy Warhol, figura essenziale dell’arte contemporanea per il suo modo unico di osservare la nostra epoca, le sue immagini, i suoi gusti, i suoi sogni.
Curato da un grande critico d’arte, Germano Celant, e progettato dallo Studio Cerri & Associati, il volume che accompagna la retrospettiva monegasca, è la prima monografia completa dei “large-scale works” del padre della pop art, Andy Warhol, dai primi anni Sessanta al 1986.
Attraverso una selezione di opere e di installazioni di grande formato (alcune delle quali superano i 12 metri), il volume ripercorre la vita artistica di Warhol dai primi anni Sessanta a Shadows (1978), Oxidations (1978) e Rorschach paintings (1984) alle opere del 1986 Camouflage paintings e l’ultima opera, The Last Supper, con cui Warhol, a modo suo, rende omaggio all’Ultima Cena di Leonardo da Vinci.
Per Andy Warhol “la dimensione è un modo di pensare” e le opere di grande formato sono una parte essenziale della sua produzione; Warhol infatti focalizza la sua attenzione sul potere delle immagini familiari espandendole fino al punto in cui diventano delle astrazioni quasi complete.
Accanto ai dipinti monumentali, la monografia esamina una selezione delle opere “storiche” che fornirono elementi di ispirazione e referenze iconografiche alla sua attività e che rivelano, in una serie di sezioni articolate intorno alle opere di grande formato, il suo interesse per un altro tipo di monumentalità collegato alla diffusione di massa. Incredibile creatore, Warhol ci ha lasciato una grandissima eredità artistica che spazia dal cinema alla fotografia, dal video alla stampa (riviste e pubblicazioni), dal design alla televisione. Un’insolita visione globale per un’artista che enfatizzò il fatto che “la quantità, più che la qualità, è la miglior unità di misura”.
Germano Celant (Genova, 1940) è Senior Curator per l’arte contemporanea del Solomon R. Guggenheim Museum, New York e contributing editor delle riviste “Artforum” e “Interview”, New York, e responsabile della rubrica “Arte” per il settimanale “L’Espresso”, Roma.
Autore di oltre cinquanta pubblicazioni, tra libri e cataloghi, è conosciuto internazionalmente per la sua teorizzazione dell’Arte Povera.
Ha orientato il proprio lavoro di storico dell’arte contemporanea alla fusione linguistica e alla contestualizzazione storico-ambientale delle arti e, dalla seconda metà degli anni Ottanta, con mostre quali “Futurismo&Futurismi”, 1986, e “Arte Italiana. Presenze 1900-1945”, 1989, per Palazzo Grassi, Venezia, “Italian Art in the XX Century”, Royal Academy of Arts, Londra, 1989, “The Italian Metamorphosis, 1943-1968”, Solomon R. Guggenheim Museum, New York, si è dedicato alla riflessione sulla storia artistica italiana del Novecento, promuovendone la conoscenza soprattutto all’estero.
Nel 1996 è stato co-direttore artistico della prima edizione della Biennale di Firenze, dedicata a “Arte e Moda” e, nel 1997, è stato curatore della 47a Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia.
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