L'ultimo Romanino Ricerche sulle opere tarde del pittore bresciano
Autore/i | a cura di Francesco Frangi, Renata Stradiotti | ||
Editore | Silvana Editoriale | Luogo | Milano |
Anno | 2007 | Pagine | 96 |
Dimensioni | 23x29 (cm) | Illustrazioni | 25 a colori, 15 in b/n - colors and b/w ills |
Legatura | bross.ill colori con alette - paperback illustrated | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian Text | Peso | 800 (gr) |
ISBN | 8836607705 | EAN-13 | 9788836607709 |
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Brescia, 21 giugno - 19 novembre 2006
Sulla scia della grande mostra dedicata a Girolamo Romanino, allestita al castello del Buonconsiglio di Trento (luglio-ottobre 2006), anche la città di Brescia ha voluto rendere omaggio al pittore, cui ha dato i natali, con un’esposizione che ha proposto alcune opere della tarda produzione dell’artista. A seguito dell’iniziativa è stato pubblicato questo catalogo, che intende documentare il percorso pittorico degli ultimi anni di attività di Romanino – dallo scorcio degli anni quaranta fino alla morte, avvenuta nel 1560 – tuttora poco indagati e difficili da comprendere a pieno per la critica.
Fra le opere, riprodotte nel volume, si segnalano l’eccezionale pala con La vocazione di Pietro e Andrea, proveniente da San Pietro a Modena, chiesa cui sono dedicati gli ultimi due saggi del volume. Si ricordano anche la pala Avogadro, raffigurante san Paolo fra i santi Girolamo, Giovanni Battista, Maddalena, Caterina e angeli, e la pala di san Domenico, proprietà della pinacoteca di Brescia. Ampio spazio è dato anche agli affreschi eseguiti dal pittore in casa Barnagni, oggi palazzo Lechi, a Brescia, la più significativa testimonianza dell’attività tarda dell’artista, alla decorazione di palazzo Averoldi, in cui è evidente la collaborazione col giovane allievo Lattanzio Gambara, che divenne suo genero, e ai dipinti murali della biblioteca e del monastero di Sant’Eufemia.
È possibile cogliere, nelle opere qui analizzate, tutta l’amara inquietudine che ancora agitava il pittore, ultra sessantenne e ormai affermato, e la volontà, come scriveva Giovanni Testori, “di rifiutare il proprio tempo, con dolore e sofferenza”, ma anche la concitata capacità di esprimere nelle sue figure una carica di profetica vitalità.
Un volume, dunque, che getta nuovi sguardi sulla fase più matura dell’artista e su opere che rappresentano un prezioso brano della storia artistica bresciana del XVI secolo.
Saggi di: Francesco Frangi, Vincenzo Gheroldi, Renata Stradiotti, Sara Marazzani, Daniela Ferriani, Paolo Malavasi. (T-CA)
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