Un secolo di moda creazione e miti del XX secolo
Autore/i | a cura di Enrico Quinto e Paolo Tinarelli | ||
Editore | Federico Motta | Luogo | Milano |
Anno | 2003 | Pagine | 264 |
Dimensioni | 23X28 (cm) | Illustrazioni | ill. a colori n.t. |
Legatura | bross. con alette | Conservazione | |
Lingua | Peso | 1500 (gr) | |
ISBN | 8871794176 | EAN-13 | 9788871794174 |
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Roma, Accademia di Francia, Villa Medici, 26 novembre 2003 - 1 febbraio 2004.
L'opera vuole mettere a fuoco non solo l' evoluzione dell'abito ma anche tutto ciò che lo arricchisce e lo completa, dagli accessori (scarpe, borse, cappelli, gioielli, ecc.) fino all'uso spregiudicato dei materiali e alle più ardite sperimentazioni. Attraverso l'esame di momenti precisi della storia dell'ultimo secolo, i due curatori, tracciano due piani di lettura che si accompagnano e si intersecano, da una parte la catalogazione originale degli abiti montati e rifotografati e dall'altra la loro contestualizzazione storica data dall'emblematica valenza dell'immagine pubblicitaria e cinematografica.
Il volume ripercorre come un racconto per immagini le espressioni salienti di un particolare percorso creativo, quello della Moda. La ricerca, quasi un lavoro archeologico, promuove l'oggetto di moda a materiale storico e storico - artistico; a documento della storia del gusto e delle mentalità. Nella realtà contemporanea il fenomeno MODA assume un'importanza rilevante, non solo per le implicazioni di carattere economico, ma soprattutto per le possibilità offerte alla lettura di comportamenti sociali e psicologici del nostro tempo. Nella sede di Villa Medici a Roma è allestita l'esposizione 'Un secolo di Moda - Creazioni e miti del XX secolo', che rende omaggio all'evoluzione del costume dagli inizi del Novecento ad oggi. Fino all'1 Febbraio 2004, è possibile ammirare alcune tra le più belle creazioni dei principali stilisti, disposte all'interno della spettacolare scenografia curata da Guido Ciompi. L'intento della mostra è quello di valorizzare un patrimonio culturale d'interesse internazionale e di documentare la trasformazione del gusto e del costume, mettendo in evidenza la creatività, l'abilità artigianale ed industriale di questo settore. Dal mondo della moda, dietro la fantasia artistica, si intuisce un contenuto di evoluzioni storiche e sociali dal grande significato. Sono visibili, per la prima volta, numerosi modelli unici provenienti dalla collezione privata di Enrico Quinto e Paolo Tinarelli, affiancati alle fotografie delle star del cinema e del jet set che li hanno resi famosi indossandoli: Ava Gardner, Jackie Kennedy Onassis, Audrey Hepburn, Grace di Monaco e Marilyn Monroe. La mostra mette anche in evidenza quanto la moda italiana si sia distinta come guida internazionale per stile e creatività. Il percorso, suddiviso in decenni, parte dai rivoluzionari abiti d'inizio secolo realizzati dagli eccentrici Paul Poiret e Mariano Fortuny, che per primi liberarono la figura femminile dalle costrizioni del busto. Per il periodo degli anni Trenta, sono messi a confronto i primi modelli autarchici di pura ispirazione italiana con gli originali usciti dagli atelier parigini di Chanel o Lanvin. Protagonisti della mostra, anche pezzi unici come 'Bonheur' (Felicità): ovvero, un raro abito datato 1947 della prima collezione di Christian Dior dalla linea tipicamente 'New Look', che esprime - con la sua gonna a ruota, fatta con metri e metri di seta - tutta la gioia ritrovata del dopoguerra. Ancora, il lusso di Jacques Fath, la femminilità interpretata dalle Sorelle Fontana o da Schuberth per le dive della Hollywood sul Tevere, quali Ava Gardner e Sofia Loren. Passando agli anni Sessanta, ecco la moda più easy di Emilio Pucci, antesignano del prêt-à-porter. Gran parte dell'esposizione, infatti, è dedicata ai favolosi sixties, con le creazioni spaziali firmate Cardin e Courrèges, la minigonna di Mary Quant e gli abiti in maglia in stile yéyé di Krizia e Missoni. Avvicinandoci al presente ecco la moda degli anni Settanta, ben rappresentati dai bellissimi completi pantalone di Yves Saint Laurent, dai capi sexy firmati Walter Albini e dalle opere d'arte da sera di Valentino. Per gli anni Ottanta, oggi più che mai di moda, non poteva mancare la 'power woman' griffata Giorgio Armani e Donna Karan, o ancora i capi di Thierry Mugler, Claude Montana, Vivienne Westwood ed Emanuel Ungaro. Il percorso storico termina con gli esordi degli stilisti di culto attuali come Yoshji Yamamoto, Helmut Lang e Miuccia Prada, messi a contrasto, anche visivamente, con le provocazioni di Versace e Galliano. (CA)
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