Vincent Van Gogh Campagna Senza Tempo - Città moderna
Autore/i | a cura di: Cornelia Homburg | ||
Editore | Skira | Luogo | Milano |
Anno | 2010 | Pagine | 280 |
Dimensioni | 29x30 (cm) | Illustrazioni | 214 ill colori, 126 ill. b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | cart. edit. ill. colori - Hardcover | Conservazione | Usato ottime condizioni - used very good |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1600 (gr) |
ISBN | 8857207420 | EAN-13 | 9788857207421 |
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(Arte moderna Cataloghi).
Roma, Complesso del Vittoriano, 8 ottobre 2010 - 6 febbraio 2011.
Pittore di paesaggi traboccanti di luce ma anche di vibranti ritratti, Vincent van Gogh era un artista impetuoso e appassionato che, all’occorrenza, dimostrava un altezzoso disprezzo per le convenzioni. Era anche un pensatore piuttosto raffinato, conosceva varie lingue, aveva studiato per diventare mercante d’arte, e la sua sorprendente memoria visiva gli permetteva di ricordare fin nel minimo dettaglio dipinti o stampe già visti.
Rembrandt era il suo modello, ma egli riteneva vitale l’incontro con i colleghi artisti e il dibattito sui temi legati alla contemporaneità. Benché spesso tormentato da profondi dubbi, in parte originati dalla malattia, era anche molto ambizioso e, in fin dei conti, aveva una chiara percezione della propria opera nel suo insieme e del ruolo che avrebbe avuto nella storia dell’arte. Queste posizioni apparentemente contraddittorie caratterizzano gran parte della vita e della produzione artistica di Van Gogh. Ad esse si ispira questo importante volume, che analizza l’opera del pittore olandese approfondendo due aspetti fondamentali della sua identità artistica: l’amore per la campagna, vista come un ambiente fisso e immutabile, e l’attaccamento alla città, centro del movimento frenetico e della vita moderna.
Costruendo un’immagine idealizzata della vita rurale, Van Gogh mostrava di credere che la natura e la vita del contadino, dura ma onesta, fossero valori senza tempo, un’idea che trova espressione nei ritratti dei coltivatori, nelle immagini del lavoro nei campi al ritmo regolare delle stagioni, nelle descrizioni della campagna olandese e francese. D’altro canto, anche la città era importante per Van Gogh dal punto di vista visivo: era il luogo dell’esperienza contemporanea, in cui era possibile venire a contatto con i più recenti sviluppi in campo artistico e progredire nella propria carriera, in città il progresso dell’industria cambiava il destino dell’uomo e fu proprio lì che l’artista imparò a esprimere il sentimento della modernità.
Tale dicotomia ispirò a Van Gogh un numero significativo di dipinti, disegni e acquerelli. L’artista esplorò in modi affascinanti il suo universo di immagini: spesso invece di ritrarre ciò che aveva di fronte, preferiva dipingere ciò che voleva che l’osservatore vedesse; i suoi ritratti e paesaggi non sono tanto una traduzione spontanea della sua esperienza visiva quanto un repertorio di avvincenti composizioni consapevolmente costruito. Van Gogh era fermamente deciso di dover realizzare un’opera radicalmente moderna, che però resistesse ai mutamenti del tempo per poter essere sempre attuale. Se, da un lato, ammirava la pittura di paesaggio tradizionale della Scuola di Barbizon di metà Ottocento, dall’altro, negli anni ottanta del secolo, intendeva occupare una posizione di avanguardia in campo artistico.
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