Leonardo Botallo I doveri del medico e del malato
Autore/i | a cura di Leonardo Carerj, Anita Bogetti Fassone | ||
Editore | UTET | Luogo | Torino |
Anno | 1981 | Pagine | 130 |
Dimensioni | 18x25 (cm) | Illustrazioni | ill. b/n n.t. - b/w ills. |
Legatura | tela ed. fregi - hardcover | Conservazione | Usato ottime condizioni - used very good |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1000 (gr) |
ISBN | N/D - N/A | EAN-13 | N/D - N/A |
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(Strenna Utet).
Con un saggio di Luigi Firpo sui Medici piemontesi del Cinquecento.
un testo di etica medica del '500 conservato da antiche stampe non facilmente accessibili e qui per la prima volta tradotto dal latino.
Il tono erudito e l'argomentare retorico non mettono in ombra il sincero interesse etico che muove l'autore. Scritto d'occasione, anche, questo; ma mai occasione fu più intimamente partecipata, se è vero che fu quella offerta dal contatto drammatico con l'umana sofferenza durante un'epidemia. Infatti, Leonardo Botallo, medico astigiano, noto ormai ai più solo perché col suo nome l'anatomia indica due formazioni intracardiache, ma medico di buon nome alla corte parigina di Caterina de Medici, scrive e dedica questo suo trattatello al principe che lo ha chiamato da Parigi a Lione a lottare contro un epidemia, quando, forse anche grazie al suo intervento, è superato il momento di più grave contagio.
Nelle poche ma dense paginette si coglie non solo un vero e proprio spaccato sociologico della società cinquecentesca, ma anche un monito di elevato valore morale sulla delicatezza del rapporto medico-malato indagato secondo movenze così attuali che il lettore è istintivamente portato a pensare a situazioni odierne e la sua mente corre immediatamente alle personali esperienze. Curiosità storiche e bizzarrie pre- scientifiche non nascondano, dunque, come nei tempi difficili l'onestà e la pietà esercitate in nome di un ideale di caritatevole umanità possano essere unico praticabile antidoto alla disumana barbarie dell' egoismo e del disinteresse.
Precede il testo un saggio di Luigi Firpo che delinea e interpreta la sorprendente continuità e prorompente vitalità degli studi medici nel Piemonte del Cinquecento per tanti altri versi arretrato e culturalmente povero e isolato. Di questa fervida atmosfera di studi, nata e maturata dal quotidiano e arrischiato esercizio popolare del buon senso e vittoriosa - nei suoi vertici più alti - sull' astratta e saccente medicina ufficiale in nome di una vera e propria concezione empirico-deduttiva della medicina, Leonardo Botallo, appunto, fu esemplare rappresentante.
Indice
Medici piemontesi del Cinquecento di Luigi Firpo
Introduzione di Leonardo Carerj
Trattato sui doveri del medico e del malato (1565) ,
Note alle condizioni del volume
Usato ottime condizioni, lievissimi segni di uso e del tempo. (T-CA)
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